Un 31enne di origini marocchine ha aggredito due connazionali con una bottiglia rotta.

La rissa è avvenuta nella notte nel centro di accoglienza di Monastir (Cagliari) che si trova all’interno dell’ex scuola di polizia penitenziaria. Il centro ospita migranti richiedenti asilo: due di loro, durante il fattaccio, sono rimasti feriti e uno è stato arrestato.

Un giovane di nazionalità marocchina, Majik Hachimi, 31 anni, è stato fermato dalla Polizia: i due connazionali feriti (uno al collo, in gravi condizioni ma non in pericolo di vita, e uno a un braccio) sono stati soccorsi dal 118 e accompagnati in ospedale al Brotzu.

La lite è scoppiata ieri notte. Majik Hachimi, in preda ai fumi dell’alcol, ha iniziato a infastidire gli altri ospiti della struttura, poi ha afferrato una bottiglia e dopo averla rotta si è scagliato contro il 21enne ferendolo al collo. Altri profughi sono scappati all’esterno della struttura per chiedere aiuto al personale di vigilanza, mentre alcuni marocchini hanno cercato di fermare l’aggressore.

Il personale di vigilanza è riuscito a bloccare l’uomo che stava tentando di allontanarsi dal centro di accoglienza, mentre sul posto arrivavano gli agenti della squadra volante, gli uomini della squadra mobile e il 118. L’uomo ora si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

Perché i Sardi si offendono se chiamati “sardignoli”?

Il termine “sardignolo” viene percepito da molti sardi come offensivo o dispregiativo, soprattutto per motivi storici, culturali e di identità. Ecco perché.

Origine e connotazione dispregiativa. Il termine “sardignolo” non è un etnonimo usato dai sardi per riferirsi a sé stessi. Al contrario, è nato fuori dalla Sardegna, usato da italiani del continente con toni ironici, denigratori o paternalistici, spesso per descrivere i sardi come arretrati, rozzi o provinciali.

Uso stereotipato. Nel tempo, sardignolo è stato associato a stereotipi negativi: chiusura culturale, ignoranza, isolamento, lentezza. Anche quando non è usato con intenzione offensiva, evoca ancora quell’immaginario discriminatorio.

Orgoglio identitario. I sardi hanno una fortissima identità culturale e linguistica, distinta da quella italiana. Essere chiamati con un termine che non appartiene alla propria lingua o tradizione e che in passato è stato usato per ridicolizzarli, è vissuto come una mancanza di rispetto.

Come chiamare correttamente un abitante della Sardegna? Sardo (o sarda), punto. È l’unico termine corretto, rispettoso e riconosciuto anche sul piano istituzionale e linguistico. Se ti è capitato di sentire sardignolo usato in modo scherzoso, considera che anche l’ironia può ferire, soprattutto se poggia su pregiudizi mai completamente superati.