La vista mare c’è, così come l’ampio parcheggio. Questa sera i ministri dei Trasporti dei sette Paesi più industrializzati ceneranno al Terminal Crociere, la struttura situata nel Molo Ichnusa del porto di Cagliari.

Errori di progettazioni iniziali avevano reso il Terminal inutilizzabile per il suo scopo iniziale, quello cioè di accogliere le navi da crociera, e negli anni successivi la struttura non aveva mai più trovato un suo utilizzo alternativo, se si eccettuano pochissime occasioni. Nelle ultime settimane invece, i cagliaritani hanno assistito ad un’accelerazione incredibile, una corsa contro il tempo nella manutenzione per renderla una cornice di cui vantarsi con i potenti della Terra.

Fra una portata e l’altra, ci si augura che ai potenti (quelli italiani in primis), si racconti la storia di questa struttura, i motivi per cui è stata realizzata e quelli per cui non ha potuto svolgere quei compiti, ma soprattutto l’abbandono degli anni successivi, in modo che si pensi alle soluzioni per non doverla più considerare come un enorme spreco di denaro pubblico.

Il Molo Ichnusa e, sullo sfondo, il Terminal Crociere

Ridisegnata la segnaletica e riverniciate le parti fino a poco tempo fa aggredite dalla ruggine, il Molo Ichnusa si presenta in tutto il suo rinnovato splendore per accogliere le delegazioni internazionali. Dopo gli incontri istituzionali di rito, in corso negli edifici della Manifattura Tabacchi di viale Regina Margherita, i ministri e le loro corti verranno accompagnati a Marina Piccola da una motovedetta della Capitaneria di Porto, per poi godersi una pedalata in bici del lungomare Poetto.

La speranza è che, una volta spenti i riflettori sull’evento, il Terminal crociere non torni nello stato di inutilizzo del passato

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.