La Cagliari che non c’è più. Il vigile moviere, l’agente municipale che agiva sino agli anni Ottanta su una pedana agli incroci pericolosi. Fine anni Cinquanta, piazza Deffenu, all’incrocio tra via XX Settembre, via Roma, viale Regina Margherita e viale Diaz: tuttora una delle strade più trafficate di Cagliari, persino allora, quando c’erano molti meno mezzi a motore.
Qui la storia della Polizia municipale e alcuni aneddoti simpatici in un articolo estrapolato dal sito del Comune di Cagliari.
“Da 170 anni al servizio del cittadino per la sicurezza di Cagliari. Ha radici lontane il corpo di Polizia municipale del capoluogo sardo, radici che risalgono addirittura all’epoca del regno Sardo- piemontese.
È nel lontano 1836, infatti, che fu fondato quello che allora si chiamava “Corpo di Polizia Urbana”, i cui agenti avevano il compito di vigilare sul rispetto delle ordinanze e i provvedimenti emanati dal sindaco. Anche se a quel tempo i servizi civici richiesti dalla città erano tutto sommato limitati: il numero degli abitanti non superava le trentamila unità e raggiunse i cinquantamila solo all’inizio del ‘900.
Il cuore della città, il quartiere Castello, già sede degli uffici pubblici più importanti, divenne anche sede del comando del corpo, a testimoniare la partecipazione attiva e radicata alla vita familiare dei cagliaritani. L’attività era però articolata anche sui vari quartieri in cui, dal XVI secolo, era suddivisa la città. L’intenso e quasi sempre amichevole rapporto tra i vigili e la popolazione si instaurava e intensificava, oltre che tra le strette stradine di Castello, tra le vie di Marina a sud, Stampace a ovest e Villanova a est.
Una formazione di tipo militare, quella dei primi vigili, determinata soprattutto dall’appartenenza della Sardegna del tempo al Regno sardo- piemontese, fortemente impegnato sul fronte dell’Unità d’Italia, e evidente soprattutto nelle divise e negli armamenti in dotazione. Ma i lunghi e curati mantelli di velluto, le sciarpe e i galloni d’oro ricordavano anche da vicino il particolare abbigliamento riservato a sindaci e consiglieri comunali.
Vigili urbani vicini al cittadino, già da allora. Non solo per il mantenimento dell’ordine pubblico, ma anche per il semplice servizio di aiuto e di tutela. Intervenivano, per esempio, per evitare che la manutenzione dei balconi, quando l’ornamento con fiori e piante era più diffuso, si trasformasse in pioggia su chi passava proprio li sotto e proteggevano l’acquirente quando le compere ai mercati centrali, quello del Largo Carlo Felice e di San Benedetto, erano una realtà quotidiana e diffusissima.
Lo chiamavano con un semplice “sa polima” i cagliaritani, usando una contrazione della parola poliziotto, a dimostrare la sua grande popolarità tra la gente. Un termine che poteva anche incutere timore, se pronunciato da un ladruncolo che con quell’espressione avvertiva il compagno, ma che nella maggior parte dei casi apostrofava in modo simpatico e amichevole un membro delle forze dell’ordine ben voluto dai cittadini comuni.
E la storia, quella che può rientrare nel passato della Polizia municipale di Cagliari, finisce con l’abolizione del vigile “moviere”, figura resa celebre dall’interpretazione di Alberto Sordi nel film “Il Vigile”. Proprio nei primi anni ‘80, infatti, Fernando Laurenti, oggi ancora in servizio, e Mariano Mulleri, da poco in pensione, hanno fatto l’ultimo giorno di servizio sulla pedana di piazza Deffenu”.
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