Dopo il grande successo dello scorso anno – con ben 132 aziende iscritte nelle categorie vino, olio, pasta, miele, pane carasau, formaggi, salumi, birra artigianale, bottarga, dolci – tornano anche nel 2017 i “Sardinia Food Awards”, gli oscar delle eccellenze alimentari sarde, ideati da Donato Ala. Il premio nasce per celebrare l’impegno e la competenza nel settore agroalimentare sardo, in questo momento in grande ascesa e con forti prospettive di sviluppo nel mercato estero. (I vincitori della scorsa edizione: Dolci, Biscottificio Demelas – Stintino; Vini, Cantina Sardus Pater, Salumi: Salumificio Bardana – Chilivani; Birra Artigianale, Brew Bay – Quartu Sant’ Elena; Bottarga, Stefano Rocca; Miele, Apicoltura Brisi – Sennariolo; Pane Carasu e Pistoccu, Panificio Demurtas – Villagrande).

La seconda edizione dei Sardinia Food Awards – che godono del patrocinio della Regione Sardegna – presentano numerose novità, con tre nuove categorie: “Liquori e distillati”, “Conserve e confetture”, “Ristoranti”. Da quest’anno anche i migliori ristoranti sardi potranno concorrere nell’apposita categoria, purché utilizzino prodotti locali di eccellenza. I ristoranti riceveranno la visita da un “Mistery Guest” che provvederà a giudicare la bontà dei piatti serviti dai partecipanti: il vincitore avrà il diritto di esporre il bollino dei Sardinia Food Awards. Altra novità sono i premi speciali istituiti da Coldiretti: «Consegneremo un nostro premio speciale, “Sardo al 100%” – ha annunciato il direttore di Coldiretti Cagliari Vitangelo Tizzano – dedicato ai sardi che si sono distinti nel mondo agropastorale, della stampa di settore e nella ristorazione».

«Quest’anno contiamo 170 partecipanti rispetto ai 129 dello scorso anno – spiega Donato Ala – segno che la manifestazione sta crescendo. Abbiamo cambiato location e ci siamo spostati dal Forte Village a Is Molas. La richiesta è stata altissima, sia da parte degli espositori che da parte di chi ha voluto prendere parte alla cena, che quest’anno ha un prezzo molto più popolare. Il settore agroalimentare in Sardegna è in forte crescita, soprattutto tra i piccoli produttori, che poi sono quelli che ci interessa gratificare e premiare. I vini soprattutto stanno andando fortissimo, basti vedere quanti premi sono arrivati dal Vinitaly ai vini della Sardegna. Nel settore dei formaggi c’è tanta ricerca e anche le conserve vanno molto bene. Il pane e la pasta sono eccezionali da sempre, mentre la bottarga purtroppo è diventata un prodotto troppo industriale e sono pochi i prodotti che si possono considerare di vera eccellenza. Quando lo sono però sono di altissima qualità. L’evento sta riscuotendo molto successo e ormai sarà necessario spostarci in una location più grande, magari a Cagliari, possibilmente nel mese di giugno così da poterlo ospitare all’aperto».

La premiazione avverrà sabato 13 maggio al Golf Club Is Molas di Pula. Già individuati i presidenti delle giurie: Giulio Pani, presidente della Fis (Federazione italiana sommelier), Michele Cherchi, gestore di alcune prestigiose botteghe di salumi e formaggi e Ferdinando Secchi, assessore alle Politiche sociali del Comune di Cagliari, che ha dichiarato: «Per il secondo anno ho l’onore ed il piacere di essere stato nominato presidente di giuria per assegnare i prestigiosi riconoscimenti. È un compito importante che svolgo con molta attenzione perché ritengo che l’agroalimentare sardo goda di una indiscussa vocazione alla qualità. Non solo per la fama delle nostre tradizioni gastronomiche, ma anche grazie al pregio delle materie prime agricole ed alla loro grande varietà, dovuta ad un intreccio particolarmente felice e vario di condizioni ambientali e sedimentazioni storico-culturali». Ad aprire il Galà del 13 maggio sarà la tavola rotonda-talk show condotta dal direttore di Rai Sardegna, Giovanni Dettori, che darà voce ad alcuni dei più importanti imprenditori enogastronomici sardi.

Come sponsor principale viene confermata la catena di supermercati Iperpan che consegnerà un premio speciale ad una delle aziende più innovative dell’isola. Tra le aziende che sponsorizzano l’evento quest’anno ci sono Ambra Energia, Acqua San Martino, Sardinia Corsica Ferries, Marvis, Kaloderma, Seventyfive Restaurant (via Roma 75) Capitta&Partners Immobili di pregio, Patrocinio Regione Sardegna e Coldiretti. Media sponsor: Sardegna Verde, Radio Sintony e Bottega per Comunicare, un’innovativa Social agency che ha curato la campagna Social.

Ambra energia è uno dei nuovi sponsor della manifestazione, a cui ha aderito con molto entusiasmo. «Siamo una nuova azienda che sul mercato nazionale e regionale si occupa di energia e gas – spiegano i vertici di Ambra Energia – e riteniamo che supportare tutto ciò che riguarda manifestazioni culturali e sociali delle realtà locali nelle quali operiamo sia un modo importante per restituire al territorio l’ospitalità e l’interesse che riceviamo. L’esaltazione della bellezza e delle eccellenze culinarie intese in tal senso, nonché la riscoperta e la valorizzazione delle tradizioni autentiche, costituiscono per Ambra il proposito fondamentale da perseguire e attuare, inserendosi armoniosamente nella cornice della propria Responsabilità Sociale. Obiettivo di Ambra è infatti l’esaltazione dell’arte in ogni sua forma e manifestazione. Essa si rivela al contempo nel dinamismo dell’energia e nella riscoperta e valorizzazione delle tradizioni».

Come si dice caminetto in sardo campidanese?

Caminetti sardi: tradizioni e calore al centro dell’inverno. Questo elemento, simbolo di convivialità e calore domestico, rappresenta un’istituzione ben radicata nella cultura isolana. Ma come si dice caminetto in sardo campidanese?

Con l’arrivo dell’inverno, nelle serrate serate fredde che caratterizzano la stagione, il caminetto torna a ricoprire un ruolo fondamentale nei paesi della Sardegna. La risposta a questa curiosità è tanto affascinante quanto variegata: i termini più utilizzati per descrivere questo indispensabile fonte di calore sono tziminera, ziminera, giminera, ma anche forredda, foxili e fogu.

La lingua sarda, con le sue sfumature dialettali, riflette una tradizione agropastorale che ha sempre caratterizzato la vita nell’isola. In particolare, nei comuni dell’entroterra, dove gli inverni possono essere piuttosto rigidi, il caminetto ha storicamente assunto un’importanza cruciale, non solo per il riscaldamento, ma anche come centro di socializzazione, dove le famiglie si riuniscono attorno alle fiamme danzanti per raccontare storie e condividere momenti di intimità.

Il termine tziminera deriva dallo spagnolo chiminera, evidenziando le influenze culturali che hanno attraversato la storia sarda. Ma qualsiasi sia il nome con cui lo si chiama, il caminetto resta un simbolo di calore e accoglienza. Quindi, mentre ci prepariamo ad affrontare il freddo, non dimentichiamo di accendere queste tradizioni che riscaldano non solo gli ambienti ma anche i cuori. E voi, come chiamate questo pezzo di storia e cultura?