Fine del viaggio: i ragazzi del camper salutano i lettori e ringraziano gli sponsor

Sveglia! È il dodicesimo giorno, questo viaggio è giunto al termine. Siano ancora a Cala Sa Culumbera, poco più su di “metà Sardegna”. C’è il sole, quasi a prenderci per il culo (passatemi un termine migliore), della serie: “Avete finito?
Sveglia! È il dodicesimo giorno, questo viaggio è giunto al termine. Siano ancora a Cala Sa Culumbera, poco più su di “metà Sardegna”. C’è il sole, quasi a prenderci per il culo (passatemi un termine migliore), della serie: “Avete finito? Sicuri? Altrimenti vado a farmi un’altro giro dietro le nuvole, eh”. È stato un bel viaggio, duro, a momenti (incredibile: non siamo mai stati a più di 3 ore di macchina da casa ma l’impressione è quella di aver attraversato il deserto Sahariano, la giungla Amazzonica e di esserci persi in qualche spiaggia Caraibica: signore e signori, benvenuti in Sardegna): la pioggia e il freddo ci hanno bastonato (a Calasetta la temperatura di notte probabilmente ha sfiorato gli zero gradi, non possiamo provarlo perché avevamo il terrore di estrarre le mani dalle tasche per controllare, ma ne siamo certi), molte tappe sono saltate (Soprintendenza, WWF, Enti parco, ci sentite? Se ci siete battete un colpo), ma in compenso abbiamo visitato dei posti incredibili senza averlo programmato: Is Aruttas e S’Archittu tra i più impressionanti. Siamo riusciti a schiantare due droni (uno distrutto, l’altro si è tuffato nella sabbia, stiamo ancora togliendo i granelli dai motori), perdere di tutto (tutti quegli aggeggini piccoli che avevamo? persi), entrare nel panico per il presunto furto di una delle fotocamere (ma no, era ben nascosta sotto un telo, ma 10 anni di vita li abbiamo persi comunque).
Siamo entrati nel magico mondo dei camperisti, dove tutti ci si vuole bene e tutti ci si aiuta (ora abbiamo nuovi amici dalla Germania, Inghilterra, Svezia, Olanda e Polonia, come già detto abbiamo parlato più inglese durante questo tour che in un viaggio in Inghilterra): da un colpo di clacson a una birra insieme è questione di un attimo, ve lo assicuriamo.
Abbiamo conosciuto la vera “ospitalità sarda”, quella che non ti fa mai tirare fuori il portafoglio, quella che non ti fa mai preoccupare di essere in un posto nuovo, dove non conosci nessuno e non sai neppure dove stai andando (Google Maps, seriamente, fai una bella revisione delle strade sarde). In 12 giorni non abbiamo speso un euro per mangiare, era l’ultima cosa su cui avrei scommesso (già ci immaginavamo a mangiare fagioli in scatola di nascosto, sono sincero). Da Villasimius a Cuglieri, Ristoranti, bar, campeggi e persino privati ci hanno aperto le porte delle loro attività e delle loro case: noi abbiamo cercato di ricambiare la cortesia al meglio, con qualche storia, con delle fotografie alle leccornie che ci offrivano, e con un po’ di pubblicità, ma a stupirci è stata la fiducia, aiutare due estranei (potevamo essere benissimo due truffatori, anche se con queste facce da angioletti che ci ritroviamo verrebbe difficile pensarlo), nutrirli, permettergli di usare i servizi (ebbene sì: in 12 giorni non abbiamo mai avuto il coraggio di usare il bagno chimico del Westfalia). Ecco qual è la vera Sardegna, non le spiagge, le acque cristalline e i tramonti spettacolari, ma le persone che ci hanno supportato in questo viaggio:
Luca e Anna di Discover With Camper ( http://discoverwcamper.it ): noi abbiamo sempre detto “il nostro Westfalia”. In realtà il T3 (che si chiama El Niño, per la precisione) è il loro, ma una volta consegnate le chiavi lo senti già un po’ tuo: ci mancherà.
Maria Elena di Visit Villasimius ( http://visitvillasimius.net ), che oltre a supportarci nella tappa di Villasimius, ci ha dato una mano aprendoci la sua agenda di contatti.
Delia e Nika (anche lei fotografa, trovate le sue foto su Instagram, @nika_victoria_), le nostre compagne, che ci hanno soppo/supportato e aiutato.
Tutti gli amici che condividendo il progetto ci hanno aiutato a diventare famosi (ah, non lo siamo? Non ancora? Ah).
Le famiglie, che ci hanno aiutato moralmente e logisticamente, venendo disturbate continuamente dai corrieri, aiutandoci a rimuovere gli adesivi a fine viaggio, e sopportando il fatto di averci visto per una serata solamente prima della nostra ripartenza.
L’amico Aggeo, che ci ha portato sana e salva la fotocamera consegnata erroneamente in Ogliastra.
E tutte i nuovi amici incontrati in questo viaggio:
Gli amici dell’Enoteca Baccusardus a Villasimius (https://www.facebook.com/baccusardus/ ), Simone e tutto lo staff di Vai Che Ce N’È a Cagliari, il mitico Franco Soro di Tuerredda, Lori e Raffi del Palomar a Calasetta ( https://www.facebook.com/PalomarCafeCalasetta ), Leo, Arianna e Matteo del Beach Bar Warung (https://www.facebook.com/WarungBeachMasua/ ) che, oltre a nutrirci, ci hanno portato in giro in gommone in quel posto incredibile che è Masua, Tore e Gianna de La Baia a Bugerru (https://www.facebook.com/pages/La-Baia-Di-Tore-Ristorante-Buggerru , celebre la frase del mitico Tore “Ragazzi, mi fate pena, venite che vi do da mangiare”) e gli amici di San Gavino incontrati li, Giuseppe e tutto lo staff de L’Ancora a Portixeddu ( https://www.facebook.com/pages/Ristorante-Lancora-Portixeddu ), tutto lo staff del ristorante all’interno del Camping Sciopadroxiu (https://www.facebook.com/sciopadroxiu.camping), l’amico Milo di Marceddì e la sua compagna Stefania (niente link, loro ci hanno ospitato nella loro casa!), il ristorante pizzeria “Bar del Capitano” a Cuglieri ( https://www.facebook.com/profile.php?id=100009611660420&fref=ts ), Kuba ed Ewelina.
Ai nostri sponsor, il Wipeout Boardshop (https://www.facebook.com/WipeoutBoardshop/) che ci ha fornito le tavole da SUP, quel “matto” (ormai ci definiamo a vicenda così) di Corrado di Ottica4Eyes (https://www.facebook.com/otticacagliari/ ) per aver protetto i nostri occhi con degli occhiali fighissimi, Altra Ottica Store (https://www.facebook.com/altraottica/ ), che ci ha fornito una fotocamera extra per questo viaggio, il centro Vodafone di via Cocco Ortu a Cagliari (https://www.facebook.com/VodafoneViaCoccoOrtuCagliari/ ) per averci regalato connessione ad internet per tutta la durata del tour, e i nostri “international” sponsor: PolarPro (filtri fighissimi per gopro e drone), Haida (filtri fighissimi per le nostre fotocamere e videocamere) e Peak Design (borse fotografiche e un sacco di altre robe fighissime).
Infine voi di Vistanet, che ci avete offerto questo spazio dove straparlare (gran parte di queste parole sono state scritte all’interno del Westfalia, di notte, con dodici strati di vestiti e tre coperte) e che ci avete lanciato questa malsana sfida di sfamarci senza spendere un euro che, oltre ad aver fatto bene al nostro portafogli e alle nostre pance, ci ha permesso di conoscere le persone straordinarie elencate qui sopra.
E perché no, grazie a noi, “i due del camper” (fonte Vistanet), “I due giovani fotografi un po’ matti” (fonte sempre Vistanet), “I due giovani che mangiano a scrocca come navigati professionisti” (sì beh, avete capito), Raffaele (Instagram @mixyourmind) e Federico (Instagram @pisuch), per esserci sopportati senza litigare una sola volta in questi 12 giorni (e nei mesi richiesti alla preparazione del Tour).
Sicuri di esserci dimenticati qualcuno, vi ricordiamo che Sardinia Photo Tours non finisce qua: l’esperienza continua sulla pagina Facebook “Sardinia Photo Tours” ( https://www.facebook.com/sardiniaphototours/ ) la pagina Instagram @Sardiniaphototours e sul sito sardiniaphototours.com , dove potrete vedere le incredibili foto, video e riprese con i droni che abbiamo collezionato in questo viaggio!

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