Il Cagliari va a Napoli per fare da sparring partner e perde senza nerbo per 3-1. La formazione di Rastelli ha fatto capire sin da subito di voler limitare l’imbarcata ma avendo preso lo svantaggio dopo tre minuti ha dovuto giocare in balia delle onde e della superiorità tecnica dei partenopei, trascinati da un Mertens immarcabile e da un Hamsik in versione regista prezioso. Insomma, il copione dei rossoblù contro le grandi squadre non ha cambiato faccia nemmeno in questa occasione e a poco serve il gol finale di Farias, che non riesce a salvare la faccia.

Il Cagliari si presenta in maglia rossoblù, con Pisacane e Padoin al posto di Tachtsidis e Joao Pedro. Pronti via, il Napoli va in vantaggio al 3′: cross dalla sinistra di Ghoulam, Salamon lascia passare la palla e Mertens ringrazia superando Rafael. È una botta inaspettata e che Borriello tenta di lavare con un sinistro sul quale Reina ha buona presa. I padroni di casa tengono bene le redini della gara, chiudono ogni varco e costringono i rossoblù a schiacciarsi nella propria metà campo e giocare solo di rimessa senza alcuna idea. Ribattuta una conclusione di Ionita, Mertens sparacchia alto dal limite e Barella riesce a perdere l’attimo giusto dopo un bel duetto tra Borriello e Isla. Nel giro di cinque minuti, dal 32′ al 37′, i partenopei confezionano diverse palle gol: prima Insigne scatta su un assist di Hamsik, secca in velocità Pisacane e sbaglia il pallonetto che finisce sopra la traversa; Mertens si libera ai trenta metri, balla davanti a Salamon e quindi sfiora il palo destro con una bella girata; Hamsik invece prova a sorprenere Rafael dal centrocampo sfiorando la traversa mentre ancora Mertens è sfortunato dopo una bella azione. Tiro-cross di Callejon che non vede il tap-in di Mertens, il belga ruba palla poi a Salamon ma riesce a fallire una clamorosa occasione a tu per tu con Rafael. Nel finale punizione per il Cagliari: Borriello sbaglia il tiro e poi non riesce ad indirizzare bene il pallone sulla ribattuta.

Al rientro in campo il Napoli va a trovare meritatamente il raddoppio: prima lo fallisce con Callejon, Pisacane spazza via il suo tiro cross; quindi Mertens affronta Alves e dal limite lascia partire un colpo di biliardo imprendibile per Rafael. Sul 2-0 sotto, il Cagliari si affaccia per due volte nell’area avversaria grazie alle idee di Padoin, Sau non approfitta. I padroni di casa tengono le redini della gara, giocano a memoria e beccano pure una traversa con Albiol sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Al 66′ arriva anche il terzo gol del Napoli: Mertens supera Salamon e serve Insigne, tutto facile per il napoletano che salta Rafael con un bel piazzato sotto l’incrocio dei pali. Rastelli prova a smuovere i suoi ragazzi con due cambi (Pedro per Ionita, Faragò per Murru), i partenopei continuano la loro esibizione costringendo Rafael a ben due deviazioni: prima su una punizione di Callejon e quindi su un tiro a giro di Insigne. Entra anche Farias, ma la gara è praticamente chiusa visto che il Cagliari non riesce ad imbastire una azione d’attacco e il Napoli non ha intenzione di esagerare, tenendo spesso palla. Farias prova a trovare il gol della bandiera ma la sua corsa infrange il pallone sull’esterno della rete. Al 92′ il brasiliano riesce a rifarsi superando con un tocco sotto Reina e firmando il 3-1 finale.

TABELLINO.

NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Chiriches, Ghoulam; Hamsik (al 67′ Rog), Jorginho, Zielinski; Callejon, Insigne (al 78′ Giaccherini), Mertens (al 76′ Milik). All. Sarri.

CAGLIARI (4-4-1-1): Rafael (5); Pisacane (4), Salamon (4), Bruno Alves (4), Murru (4) (al 70′ Faragò 5); Isla (5), Ionita (4) (al 67′ Joao Pedro 5), Barella (5), Padoin (5); Sau (5) (al 76′ Farias 5.5), Borriello (5). All. Rastelli (4.5)

Arbitro: Sig. Paolo Giacomelli di Trieste. Assistenti: Andrea Marzaloni e Stefano Alassio

Gol: Mertens (3′, 49′), Insigne (66′), Farias (92′)

Ammoniti: Zielinski (55′)

Note: recupero 1′ e 2′

Tra i tanti paesi della Sardegna alcuni hanno origini molto particolari. Tutti o quasi conoscono la storia della “catalana” Alghero e della “ligure” Carloforte. In pochi conoscono invece la storia di un altro comune sardo la cui fondazione è dovuta sempre a popolazioni venute dall’estero.

Stiamo parlando di Montresta, piccolo borgo della Planargia al confine con il Logudoro turritano. Questo paese si trova a pochi km da Bosa, immerso in un territorio selvaggio, suggestivo e incontaminato.

Questo comune, oggi abitato da poco meno di 500 abitanti e purtroppo interessato da un forte fenomeno di spopolamento, fu fondato nel 1751 da coloni greci provenienti dalla regione della Maina, la penisola meridionale al centro del Peloponneso. Le popolazioni arrivarono in Sardegna non direttamente dalla Grecia ma dalla Corsica, isola in cui si rifugiarono nel secolo precedente dopo una cocente sconfitta militare contro i Turchi ottomani.

Furono i genovesi ad ospitarli a partire dagli anni ’70 del ‘700 nell’isola oggi facente parte della Repubblica francese. Tutto cambiò a partire dal 1731, quando la Corsica si ribellò al dominio ligure. I rapporti con i corsi non furono idilliaci e così, intorno al 1746 alcune decine di greci manioti cercarono rifugio in Sardegna, accolti benevolmente da Carlo Emanuele III re di Sardegna, lo stesso regnante che concesse l’Isola di San Pietro ai tabarchini in fuga dal Nord Africa.

Nasce così il Villaggio di San Cristoforo di Montresta, detta “Montresta la greca”. I rapporti con i vicini bosani non furono idilliaci ma l’insediamento dei popoli ellenici guidati dalla famiglia dei Passerò (cognome italianizzato da “Psaròs”, ancora oggi vi abitano dei discendenti) è durato fino ai tempi nostri.