A 100 giorni dall’elezione Trump rimpiange i tempi andati. “Pensavo fosse più facile. Ora il lavoro è aumentato”
Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un vero
Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Un vero e proprio sfogo durante il quale Trump mostra di non essere affatto felice della piega presa dalla sua vita in seguito all’elezione.
A pesare maggiormente la nostalgia per la sua vita da uomo “libero”. «Pensavo che fare il presidente fosse più facile. Amavo la mia vita precedente: avevo così tante cose da fare, ma attualmente ho più lavoro di prima, pensavo fosse più facile. Mi piace lavorare, ma effettivamente ora il lavoro è di più».
E a mancargli, oltre a possibilità semplici come quella di guidare una macchina la privacy. «Anche nella mia vita precedente ne avevo poca, perché come sapete sono stato famoso a lungo, ma davvero quella attuale è molta meno privacy di quanta ne abbia mai avuta. È qualcosa di davvero incredibile. Allo stesso tempo sei dentro al tuo stesso bozzolo perché c’è una tale quantità di protezione che davvero non puoi andare da nessuna parte».
Troppe e inattese poi le questioni da affrontare, come la questione della sanità, un argomento “incredibilmente articolato” che non si aspettava “potesse essere così complicata”.
Riguardo alle tensioni con la Corea del Nord, sempre più determinata a lottare contro il nemico americano, Trump ammette la «possibilità» che esploda “un grande, grande conflitto”. Anche in questo caso non si aspettava che la situazione avrebbe preso una piega così grave, ma ammette che la possibilità di una soluzione diplomatica sarebbe davvero molto difficile.
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Da Villanovaforru al trionfo alla “Corrida”: successo per Federico Leonardi, maestro dell’otamatone
Applausi a scena aperte e campane per Federico Leonardi, il giovane professore di Musica di Villanovaforru in trionfo alla sesta puntata della Corrida di Amadeus. Orgoglio per la comunità del Sud Sardegna e grande successo con il suo otamatone.
Alla sesta puntata della “Corrida” c’è un sardo in trionfo. Federico Leonardi, docente di musica alle scuole medie, fa conoscere e innamorare il pubblico – e gli italiani davanti alla tv – con il suo otamatone.
Applausi a scena aperta per il giovane professore di Musica Federico Leonardi, sul palco dei “dilettanti allo sbaraglio”, nell’intramontabile programma, ora su Nove, un tempo condotto da Corrado e ora da Amadeus, ex Sanremo. “Devo dire che è stato emozionante”, il commento, “il mio intento era quello di divertire e davvero questo non me lo aspettavo”.
Tutto sulle note dell’otamatone, strumento musicale di origine giapponese, una sorta di sintetizzatore elettrofono che forse ben pochi tra il pubblico conoscevano. “Si tratta di un giocattolo pensato per i più piccoli per approcciarsi alle note musicali e che io ho coniugato con lo stile violino”. Uno scopo didattico, dunque, che Leonardi, anche attraverso il suo canale sociale Fedesound, usa per appassionare i ragazzi alla musica, passando per il gioco e il divertimento.
“Ho suonato in varie occasioni, in Sardegna, e faccio parte di un’orchestra di liscio. Da un anno però ho l’idea di uno spettacolo mio in giro l’Isola”, il commento di Leonardi che, insieme alle campane suonate alla Corrida e agli applausi di tutta la comunità di Villanovaforru, può festeggiare anche un importante traguardo lavorativo. “Dopo anni da precario, da domani sarà docente di musica neo immesso in ruolo in una scuola media di Oristano”.
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