Vertenza entrate: braccio di ferro tra la Regione Sardegna e il Governo sugli accantonamenti
Vertenza entrate: ormai è scontro tra Cagliari e Roma. Il braccio di ferro tra la Regione e il Governo è andato in scena a Palazzo Chigi dove è stato avviato il percorso per definire un nuovo accordo sulla finanza pubblica.
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Vertenza entrate: ormai è scontro tra Cagliari e Roma. Il braccio di ferro tra la Regione e il Governo è andato in scena a Palazzo Chigi dove è stato avviato il percorso per definire un nuovo accordo sulla finanza pubblica. A portare le ragioni dell’Isola nella capitale è stato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci che ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, il ministro agli Affari Regionali Enrico Costa, il capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia e delle Finanze Roberto Garofoli e i dirigenti della Ragioneria generale dello Stato.
Le posizioni del Governo e della Regione sono in questo momento molto distanti, con la Sardegna che rivendica il diritto a tenere nelle sue casse gran parte dei 684 milioni di accantonamenti oggi previsti e il Governo che ha più volte ribadito che la situazione economica nazionale è complicata e non concede molti margini di manovra. «Di sicuro partiamo da posizioni molto distanti e il confronto di oggi , durato due ore, serrato e a tratti duro, lo conferma» dice Paci. «Ho apprezzato il fatto che, nonostante fosse solo il primo incontro, al tavolo ci fossero tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti in modo da essere immediatamente operativi. Abbiamo rappresentato con forza le nostre ragioni e illustrato il dossier predisposto con il presidente Pigliaru che dimostra quanto la Sardegna ha bisogno di tutte le proprie entrate» dichiara il Vicepresidente. «Abbiamo detto al sottosegretario Boschi e al ministro Costa – incalza Paci- che non cederemo di un passo e che porteremo le nostre rivendicazioni fino in fondo. Il Governo, da parte sua, ha preso l’impegno di analizzare in tempi brevi la situazione con il Mef per dare le prime risposte alla Sardegna».
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San Sperate, mezz’ora di terrore: un fulmine centra il paese. «Boato assordante, un ragazzo è stato sbalzato a terra»

Un nubifragio violentissimo, accompagnato da una tempesta elettrica ha colpito il centro abitato del paese, lasciando dietro di sé una scia di danni e grande spavento.
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Un bagliore accecante, poi un’esplosione che ha fatto tremare le fondamenta delle case. Quella che doveva essere una tipica ondata di maltempo si è trasformata, nel pomeriggio di ieri, in mezz’ora di autentico terrore per i cittadini di San Sperate. Un nubifragio violentissimo, accompagnato da una tempesta elettrica senza precedenti, ha colpito il centro abitato lasciando dietro di sé una scia di danni e grande spavento.
Il cuore dell’evento è stato la caduta di un fulmine a pochissima distanza dalle abitazioni, che ha centrato in pieno un palo della linea telefonica, spaccandone la cima. La scarica elettrica si è propagata istantaneamente nelle case adiacenti attraverso i cavi, trasformando gli elettrodomestici in potenziali pericoli.
“Mi sono trovato davanti a un bagliore immenso e a un’esplosione assordante”, racconta un residente ancora scosso. “Ero in veranda a recuperare la roba stesa sotto la grandine, ho fatto appena in tempo a chiudere tutto e staccare il salvavita”. Il bilancio dei danni materiali è pesante. Nelle abitazioni del vicinato, modem, computer e impianti elettrici sono saltati a catena. Particolarmente colpita una residente che ha visto andare in fumo due televisori, tra cui una Smart TV acquistata di recente, il modem e il PC.
Ma è sul piano umano che si è rischiato. Un giovane che abita accanto al luogo dell’impatto è stato scaraventato a terra dallo spostamento d’aria e dalla potenza dell’esplosione. Fortunatamente, per lui non ci sono state conseguenze fisiche gravi, ma solo un enorme shock. Per trenta minuti il paese è rimasto in balia degli elementi, con la grandine che sferzava le strade, e il bagliore dei fulmini che illuminava a giorno le stanze, seguito dai boati dei tuoni.
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