816 persone, 577 uomini, 109 bambini, 130 donne di cui 14 incinte. Subsahriani, maghrebini e anche 27 siriani. Cagliari ieri ha profuso tutte le sue energie per accogliere i migranti nella struttura dell’ex Terminal crociere al Molo Ichnusa. Ad assisterli e a prestare le prime cure Caritas, 118, forze dell’ordine e la stessa Prefetta Giuliana Perrotta, che ha voluto assicurarsi in prima persona che tutte le operazioni si svolgessero al meglio. Uno sforzo che ha dimostrato ancora una volta come la macchina della prima accoglienza a Cagliari sia efficiente, umana e anche trasparente.

Reportage fotografico di Alessandro Pigliacampo

Sa Tunda è il pane tipico di Teulada, Sud Sardegna, con una storia antica che risale almeno al 1700. Questo pane, fatto di semola, ha una forma distintiva a sette punte, chiamate “pizzi”. Questa forma non è solo decorativa, ma ha anche una profonda connessione con la tradizione e la vita quotidiana dei pastori e contadini locali.

Le sette punte di Sa Tunda rappresentano i sette giorni che trascorrevano tra una panificazione e l’altra. Ma hanno anche un significato pratico, corrispondendo alle sette porzioni di pane necessarie per un pastore o un contadino che trascorreva l’intera settimana lontano da casa, occupandosi delle greggi o lavorando nei campi.

Foto Visit Teulada – Comune di teulada

Sa Tunda è realizzato con semola di grano duro ed è caratterizzato da una superficie lucida di colore biscotto, mentre l’interno è bianco. La consistenza è tipica dei pani a pasta dura.

La produzione di Sa Tunda ha radici profonde, testimoniando oltre un secolo di tradizione. In passato, il pane veniva preparato il sabato e consumato durante tutta la settimana. L’impasto veniva lavorato a mano per molte ore, e per favorire la lievitazione, durante l’inverno, i pani venivano posizionati vicino al caminetto e coperti con teli di lana per mantenere una temperatura costante.

Foto Visit Teulada – Comune di teulada

La storia di Sa Tunda non è solo gastronomia, ma anche un riflesso delle antiche pratiche e della vita quotidiana della comunità locale, sottolineando l’importanza del pane nella cultura e nell’economia tradizionali sardo.