Nuraghes S’Arena: su Paramount Channel il visionario corto firmato Aragoni

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Non è una semplice corsa, ma uno spettacolo che ogni anno sorprende chi lo osserva: un fiume umano vestito di bianco e a piedi nudi che attraversa sterrati e strade per riportare a casa il simulacro di San Salvatore. È così che, ieri sera, Cabras ha rinnovato il suo rito più identitario, quello degli Scalzi, capace di trasformare la fatica in devozione e la polvere in emozione.
Dopo il pellegrinaggio di sabato verso il villaggio, domenica al tramonto è toccato al ritorno: in mille hanno affrontato gli otto chilometri di percorso, spinti da fede, tradizione e appartenenza. Generazioni intere, dai giovanissimi agli anziani, hanno corso fianco a fianco in un gesto che affonda le radici nei secoli ma continua a parlare al presente.
L’arrivo in paese, annunciato dalla bandiera rossa che apre la processione, ha acceso l’entusiasmo della folla. Applausi, preghiere e canti hanno accolto i corridori, trasformando via Tharros in un palcoscenico collettivo di emozioni, sotto lo sguardo vigile delle forze dell’ordine.
A Cabras, la corsa degli Scalzi non è mai solo religione: è memoria, identità e spettacolo popolare, un rito che ogni anno stupisce come se fosse la prima volta.
Un grazie di cuore a Eva Ennas per il prezioso video che ha immortalato questi momenti indimenticabili.
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