«Stiamo lavorando per tutelare il reddito degli agricoltori e degli allevatori sardi. Abbiamo chiesto ad Agea di procedere rapidamente e in tempi certi allo sblocco di 100 milioni di euro di pagamenti per dare liquidità alle imprese». Lo ha detto all’ANSA il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina. «Previsti anche – aggiunge il ministro – 3 milioni di euro di aiuti diretti autorizzati dalla Ue sui 6 destinati al settore ovicaprino nazionale. Il Pecorino DOP sarà tra i formaggi destinati agli indigenti».

Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina – Photo credit: Tukulti Ninurta via Foter.com / CC BY

Entro questa settimana saranno erogati a 25mila imprese 38 milioni di euro per il saldo della domanda unica 2016 degli aiuti diretti europei della Pac, raggiungendo complessivamente i 132,6 milioni di euro pari all’85% del richiesto. Per  i fondi dello sviluppo rurale sono previste due tranche di pagamento: entro la prima metà di febbraio è previsto il saldo di 36 milioni di euro per le misure a superficie, che si aggiungono ai 31 milioni già erogati; entro la fine di febbraio verranno erogati 23 milioni di euro a 9mila beneficiari per misure agroambientali. Sulla vecchia programmazione 2007/2013 sono in pagamento circa 1,5 milioni di euro.

La misura fa parte del pacchetto di aiuti alla zootecnia autorizzati dalla Commissione europea e prevede 6 milioni di euro a livello nazionale per il settore ovicaprino. Si stima che l’intervento si concentrerà per oltre il 50% del budget nelle imprese sarde. Sarà incentivata la sostituzione delle femmine adulte di età superiore a 4 anni con una lunga carriera produttiva e riproduttiva con le agnelle da rimonta, con conseguente aumento qualitativo del latte prodotto.

Michele Arbau di Coldiretti ha salutato positivamente l’iniziativa del ministero dell’Agricoltura. « La protesta dei 5mila pastori della Coldiretti – si legge nella nota – ha già portato all’atteso sblocco di 100 milioni di euro di pagamenti comunitari dovuti alle imprese agricole ed allevamenti della Sardegna entro febbraio ma anche un pacchetto di aiuti per il settore ovicaprino di 6 milioni destinato per oltre il 50% alla Sardegna e il via libera all’acquisto di Pecorino DOP per almeno 4 milioni di euro da destinare ai poveri indigenti annunciati dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Lo rende noto la Coldiretti al termine della storica mobilitazione di pastori, agricoltori e pescatori che con i trattori hanno invaso il centro di Cagliari per difendere un primato regionale che rappresenta il vero valore aggiunto per il rilancio l’economia, il lavoro ed il turismo della regione».

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.