Nasce a San Gavino la prima food forest della Sardegna
L’associazione di promozione sociale Qedora ha deciso di proporre agli abitanti del vicinato, in accordo con l’amministrazione comunale, l’adozione di un vecchio orto-frutteto da tempo ceduto al comune e abbandonato, in cui però gli alberi da frutto producono ancora a
L’associazione di promozione sociale Qedora ha deciso di proporre agli abitanti del vicinato, in accordo con l’amministrazione comunale, l’adozione di un vecchio orto-frutteto da tempo ceduto al comune e abbandonato, in cui però gli alberi da frutto producono ancora a pieno regime, per realizzare una foodforest cittadina, che diventerebbe la prima in Sardegna.
Daniela Inconis, presidente dell’associazione, ci dà qualche dettaglio: «Gli incontri di progettazione partecipata sono iniziati a settembre, e la risposta del quartiere è stata molto positiva. Puntiamo a coinvolgere la comunità per sfruttare le idee di tutti senza imporre direttive dall’alto, ma ponendoci come facilitatori per rendere di nuovo fruibile il terreno.
Dopo aver lavorato a dei tavoli tematici si è poi arrivati alla mappatura dello spazio, e ci si è posti come obiettivi primari la ripulitura dell’area e la chiusura di una strada per evitare l’accesso delle macchine. Le proposte per la rivalorizzazione sono state numerose: aree relax e picnic, uno spazio per chi vuole allenarsi all’aria aperta, giochi e attività per bambini, insomma uno spazio verde a misura delle esigenze di ciascun cittadino».
E la foodforest? «I tempi e le modalità di gestione e fruizione del bosco commestibile verranno stabilite col proseguire del progetto, non solo perché così si permette la partecipazione di tutti ma anche per rispettare quella che è la ciclicità della natura, e infatti l’avvio dell’orto è previsto per marzo.
Il fine ultimo è quello di rieducare la popolazione alla conservazione della biodiversità, considerando il bosco come un tutt’uno organico dove non si elimina nulla, e di rispolverare l’antica tradizione degli orti-frutteti in cui produzione e consumo dei frutti della terra significava non soltanto rispetto per l’ambiente ma anche socialità».
Ma il progetto, completamente autofinanziato e che vorrebbe porsi come pilota per la diffusione di buone pratiche in tutto il territorio sardo, è già molto attivo: «In occasione della Settimana Europea per Riduzione dei Rifiuti, sabato 19 i bambini del paese sono stati coinvolti nella pulizia dell’area differenziando i rifiuti, e sono stati poi premiati con una merenda a chilometro zero, unendo così educazione ambientale e alimentare. Seguirà, stasera e venerdì alle 18 nel bar della piazza principale del centro abitato, la proiezione di film dedicati alle tematiche ambientali, con successivo dibattito per sensibilizzare tutta la popolazione su questi importanti aspetti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA