“Nastro Rosso”, la pista ciclabile che unisce Selargius e Quartucciu, non è un “percorso di civiltà” ma un circuito a ostacoli
Hai voluto la bicicletta? Adesso, se hai coraggio, pedala. A soli 4 anni dall’inaugurazione, “Nastro Rosso”, la pista ciclabile che attraversa, unendoli, i Comuni di Selargius e Quartucciu, non è più un “percorso di civiltà”, ma somiglia, piuttosto, a un circuito
Hai voluto la bicicletta? Adesso, se hai coraggio, pedala. A soli 4 anni dall’inaugurazione, “Nastro Rosso”, la pista ciclabile che attraversa, unendoli, i Comuni di Selargius e Quartucciu, non è più un “percorso di civiltà”, ma somiglia, piuttosto, a un circuito ad ostacoli. Un nastro inceppato, mangiato dal degrado e dall’incuria, dove a correre vi è solo il pericolo. E per gli utenti più impavidi, che decidono di servirsene per piccoli spostamenti quotidiani, o, semplicemente, per praticare un po’ di sano sport, il compagno di viaggio è l’insidia.
Un viaggio rischioso, un viaggio in salita. Pedalata dopo pedalata, non è insolito imbattersi in buche, asfalto scosceso e distrutto, marciapiedi crollati, scarsa illuminazione, segnaletica orizzontale cancellata, segnaletica verticale alle volte eccessiva, alle volte assente, tragitti non collaudati, percorsi interrotti o definitivamente scomparsi, stazioni di bike-sharing deserte e, non ultime, biciclette latitanti. L’elenco, purtroppo, è lungo.
E pensare che la “Nastro Rosso” ha appena compiuto 4 anni di vita. Il circuito ciclabile era nato da un progetto congiunto, frutto della collaborazione tra i due Comuni del Cagliaritano, i quali, nel 2010, avevano ottenuto un finanziamento dal Ministero dell’Ambiente (partecipando al bando per la “diffusione di azioni finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane e al potenziamento del trasporto pubblico”). Ai 212 mila euro ricevuti direttamente dal Ministero, si sono aggiunti poco più di 116 mila euro, stanziati dal Comune di Quartucciu, e poco meno di 162 mila euro, provenienti dal Comune di Selargius, per un costo totale di circa 490 mila euro.
Il percorso di 3 chilometri, stando alla locandina che ne annunciava la nascita, era in piena sicurezza e ognuno poteva pedalare in completa tranquillità. In questo caso, parlare al passato è un obbligo.
Ad avere la peggio è il cammino che si dispiega lungo le vie Rosselli e Don Minzoni, nel territorio comunale di Quartucciu. In quel tratto muoversi è complicato, dal momento che della pista rimangono poche, pochissime, tracce. Circa 590 metri di pericolo continuo che stonano con quella che – per la delibera comunale numero 50 del 18 novembre 2015 – è “una pista in sede propria”. Ma quel percorso non possiede i requisiti che, per legge, competono ad una tale denominazione. Difatti, una pista è da considerarsi “in sede propria, ad unico o doppio senso di marcia, qualora la sua sede sia fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili”. Quest’ultimi nella “Nastro Rosso” di Quartucciu non ci sono mai stati, neppure nell’unico tratto di 1200 metri rimasto integro che si trova nella via Mameli. In merito allo stato indecoroso in cui oggi versa buona parte della pista, l’attuale funzionario tecnico responsabile del Settore Lavori Pubblici, Manutenzione e Ambiente, Davide Casu, ci fa sapere che il problema è ‹‹Dipeso dagli interventi che sono stati fatti dalla ditta del gas per il posizionamento delle tubature›› e che ‹‹si procederà al ripristino dell’asfalto e della pista stessa mediante un intervento congiunto, la cui spesa sarà ripartita a metà tra il Comune e la ditta che si era occupata dei lavori del gas››. Assicura il Sindaco Laura Pulga che ‹‹I fondi destinati a coprire le spese a carico dell’Ente sono già stati previsti››.
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