Presidio anti-militarista in Piazza del Carmine. “I nostri figli morti per l’uranio impoverito”

Continua la protesta dei genitori dei militari vittime dell’uranio impoverito, contro le servitù militari presenti in Sardegna. Stamane l’ennesimo presidio in Piazza del Carmine, di fronte all’ufficio della presidenza del Consiglio della Regione Sardegna, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le
Continua la protesta dei genitori dei militari vittime dell’uranio impoverito, contro le servitù militari presenti in Sardegna. Stamane l’ennesimo presidio in Piazza del Carmine, di fronte all’ufficio della presidenza del Consiglio della Regione Sardegna, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni regionali su un tema scottante.
“Siamo qui in presidio ormai dal 2011, il 15 di ogni mese, indipendemente dalle condizioni climatiche, perché ancora non si vuole far luce su quello che succede nelle zone dell’isola in cui sono presenti basi e poligoni militari. Si tratta di civili e militari che muoiono a causa dell’inquinamento bellico e dei veleni sparsi sul suolo sardo” – afferma Mariella Cao del comitato antimilitarista ‘Gettiamo le Basi’ – Numerose regioni italiane si sono rifiutate di ospitare poligoni militari e lo Stato invece ha deciso di dislocarle in una terra, come la nostra, ad alto rischio incendio. Anche mi sento una vittima, perché stanno avvelenando la mia terra”.
“Mio figlio è morto nove anni fa, dopo aver contratto una malattia dovuta al contatto diretto con l’uranio impoverito – dice Giancarlo Piras, padre di uno dei militari che lavorava al poligono di Teulada – Sono qua per lui, per far sì che si sappia ciò che accade anche ad altri militari che ancora ci lavorano. Abito a Decimomannu, vicinissimo alla base Nato e il sindaco del mio paese non si è mai degnato di stare dalla nostra parte. Puniscono (giustamente) chiunque provi anche solo a gettare benzina sul suolo, per paura degli incendi, e non fanno nulla contro chi, ogni giorno, da queste basi inquina il suolo sardo con la benzina per aerei militari, molto più nociva”.

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