Riesplode “Sindacopoli”. Tra le 17 persone coinvolte nell’inchiesta un consigliere regionale. GUARDA IL VIDEO

Riesplode “Sindacopoli , l’inchiesta che già lo scorso anno ha scoperchiato un vasto giro di malaffare in tutta l’isola. Sono 17 le persone finite nel mirino dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Oristano e
Riesplode “Sindacopoli , l’inchiesta che già lo scorso anno ha scoperchiato un vasto giro di malaffare in tutta l’isola. Sono 17 le persone finite nel mirino dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Oristano e della Compagnia Carabinieri di Tonara, coordinati dalla Procura della Repubblica di Oristano. Tra essi esponenti di spicco della politica regionale come l’ex consigliere ogliastrino di Forza Italia Angelo Stochino, finito in carcere insieme al suo collega attualmente in carica Antonello Peru, professionisti e imprenditori. Si tratta della prosecuzione del filone di indagini che lo scorso 28 aprile aveva portato all’arresto di 21 persone e 3 obblighi di dimora a carico di numerosi amministratori locali e professionisti. Questa mattina gli investigatori hanno dato corso ad una seconda, vasta operazione, sia sul territorio isolano che in territorio nazionale, tesa ad eseguire ulteriori provvedimenti personali restrittivi a carico di altrettanti esponenti di primo piano della politica regionale, funzionari ANAS, imprenditori e professionisti emessi dal Tribunale di Oristano.
In particolare, sono state applicate misure restrittive personali nei confronti di 17 soggetti di cui 3 in custodia cautelare in carcere, 13 agli arresti domiciliari ed uno con obbligo di dimora. Oltre alle misure personali restrittive l’intera operazione ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 95 persone. Le indagini si sono concentrate in particolare su alcuni soggetti politici e funzionari di enti pubblici che intrattenendo rapporti palesemente illeciti con imprenditori e professionisti avevano ideato ed attuato un consolidato sistema di controllo illecito degli appalti, anche corrompendo pubblici funzionari.
Il sistema – è la tesi della Procura oristanese- si basava su un principio semplicissimo ossia “chi porta i finanziamenti per l’appalto lo gestisce poi a suo piacimento ed in favore dei suoi sodali”. Per rendere possibile ciò era quindi necessario il coinvolgimento di soggetti che operavano a più livelli. Il primo livello era quello dei politici regionali che con le loro decisioni contribuiscono ad orientare la spesa regionale mentre a livello intermedio si collocava la figura di un “faccendiere” in grado di preservare l’anonimato dei politici corrotti e di organizzare le turbative d’asta attraverso le quali i finanziamenti venivano riversati sul “territorio ma ad imprese e professionisti compiacenti. L’ultimo livello era rappresentato da funzionari e amministratori delle stazioni appaltanti che eseguendo le direttive dell’intermediario nella gestione dei finanziamenti ottenevano, tra l’altro, consenso popolare per il loro “impegno nei confronti della comunità”. In questo modo l’effettiva gestione degli appalti pubblici era rimessa interamente alle scelte dell’intermediario, che, grazie alla corruzione dei pubblici ufficiali, è stato cosi in grado di controllare e indirizzare una buona parte del ciclo economico legato agli appalti pubblici della Regione. Il sistema – sempre secondo gli inquirenti- ha permesso al sodalizio investigato di pilotare gli appalti pubblici dei lotti 3 e 8 della Sassari-Olbia, aggiudicati rispettivamente per un importo di euro 70.775.409 ed euro 57.366.243, turbare le aste per l’assegnazione dei servizi tecnici di progettazione di due porticcioli turistici nell’area ogliastrina (Tertenia e Tortolì, quantificabili rispettivamente in circa 16 milioni di euro e 11 milioni di euro), nonché assegnare numerosissimi appalti minori per incarichi di progettazione di opere pubbliche o consulenze di varia natura.
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