Classifica qualità della vita 2015: Cagliari migliora e prende posizioni

Ieri è arrivata una importante notizia. La Sardegna dopo l’esperienza avviata in Emilia-Romagna, è la prima regione del Sud Italia che segna una svolta storica sul tema dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG): la pillola abortiva potrà essere somministrata anche negli ambulatori e consultori autorizzati, senza alcun costo per le pazienti. Non solo, sarà possibile assumerla direttamente a casa, in una modalità sperimentale pensata per rafforzare l’autonomia, la privacy e il benessere psicofisico delle donne. Una scelta che risponde a un’esigenza concreta, in un contesto sanitario che in Sardegna presenta numeri significativi in tema di obiezione di coscienza: secondo gli ultimi dati disponibili (2022), si contano il 61,5% di medici obiettori, il 41,3% tra gli anestesisti e il 34,4% tra il personale non medico.
Abbiamo interloquito con il ginecologo Marco Pistis che ha confermato che ci troviamo di fronte a: “L’inizio di un iter che si prevede veloce perché c’è una forte volontà politica. C’è già una strada tracciata da altre regioni quindi, avremo un risultato nel breve termine”.
Ma cosa cambia nel concreto? Il dott Pistis spiega che: “Nel concreto cambia che a regime, la diffusione territoriale dei consultori permetterà un più facile accesso e anche una più facile gestione anche per la pazienza che potrà più facilmente accedere al servizio e ai controlli piuttosto che in ospedale dove l’attività frenetica spesso può comportare maggiori attese e maggiori difficoltà”. Un altro aspetto significativo è quello psicologico: “Psicologicamente può essere di aiuto in tutti i casi in cui la paziente non cerca il conforto della struttura sanitaria per un discorso di paura ma trova maggiore serenità nell’ambiente familiare o personale e nei suoi affetti per affrontare questo percorso. Questo senza però sentirsi abbandonata al proprio destino”.
Soddisfazione anche da parte della cellula sarda di Strajk Kobiet, il movimento polacco a sostegno dell’aborto legale, accessibile e gratuito. Abbiamo raccolto il commento della referente territoriale Carla Porcheddu: “Siamo molto felici per questo enorme passo avanti nell’approccio della sanità sarda in materia di aborto. Il recepimento delle linee guida nazionali italiane, che si rifanno a quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta il raggiungimento di un traguardo molto importante. Per noi l’ospedalizzazione obbligatoria è un retaggio superato, che nega alle donne autonomia e privacy, incrementando inoltre la spesa pubblica. Siamo dell’idea che somministrare l’aborto farmacologico in ospedale non serva ad alleviare gli eventuali effetti negativi dell’aborto, anzi in alcuni casi ne favorisca la stigmatizzazione. Attendiamo anche noi di saperne di più, riguardo modalità e tempistiche, considerando la condizione attuale dell’accessibilità dell’aborto in Sardegna, non è rosea. Abbiamo subito condiviso la notizia sui nostri canali social. Auguriamo al tavolo tecnico regionale buon lavoro e che si arrivi con efficacia a migliorare la qualità, l’accessibilità e la sicurezza del servizio sanitario. Avremo modo di monitorare”.