Cosa significa avere quasi ottanta anni e non sentirli? La domanda è stata posta ad Antonio Antuofermo, il primogenito di Francesco, creatore dell’omonima azienda oggi leader a Cagliari nel commercio delle calzature, di abbigliamento e accessori.

Il primo punto vendita fu aperto nel 1938 in via Baylle, nel cuore del quartiere storico della Marina, al crocevia delle vie commerciali cittadine, tra la via Roma, il Largo Carlo Felice e il mercato vecchio. Quasi ottant’anni che ripercorrono non solo la storia dell’azienda ma anche quella dell’evoluzione del commercio a Cagliari: «Siamo stati fra i primi a introdurre i prezzi fissi. Allora mercanteggiare e barattare era la norma ma, ad un certo punto non ne potevamo più di quel metodo e abbiamo introdotto il nuovo modo di fare commercio, introducendo il prezzo fisso».

Antonio, 75enne instancabile e sempre presente anche fisicamente in azienda, continua il racconto: «In Sardegna c’era al tempo un diverso tessuto commerciale. Quello moderno l’hanno portato i napoletani, i calabresi e noi che venivamo dalla Puglia. Io sono nato nella palazzina di via Baylle dove c’era il nostro punto vendita storico, vicino all’Asilo della Marina condotto dalle suore». Tra gli anni ’60 e ’70 i figli del capostipite hanno aperto dei punti vendita in via Garibaldi e in via Manno: erano quelli gli anni del boom economico, in cui si poteva sperare di far carriera e svilupparsi e così è stato anche per la famiglia Antuofermo. Il duro lavoro, la passione per il mestiere e l’importanza «di essere sempre presenti presso i punti vendita per i clienti e per i dipendenti», le idee imprenditoriali sempre nuove e all’avanguardia hanno fatto la differenza. Il successo consolidato in questi anni permette loro di spostarsi in quella che era l’estrema periferia di Cagliari, a Sestu, rischiando ancora: il grande punto vendita al dettaglio con i tre soci Pasquale (scomparso qualche anno fa), Antonio e Aldo, inizia a formarsi piano piano nei primi anni ’80. «Qui allora non c’era davvero nulla, continua Antonio Antuofermo, e riuscire a portare i clienti da quelle che erano le vie cardine del commercio cittadino, via Garibaldi e via Manno, è stata un’impresa ardua ma una volta scoperti, i clienti non ci hanno più abbandonati».

In quegli anni, uno dei punti di forza dell’azienda in cui sono stati dei veri pionieri, è stato il servizio del semi-assistito: totale libertà di scelta da parte del cliente, potendo contare sulla grande preparazione dei commessi. Un self service supportato da alta professionalità e prezzi popolari che hanno così permesso la continua crescita, finchè una decina di anni fa entrano nel panorama della periferia commerciale cagliaritana centri commerciali e outlet. La scelta di modificare qualcosa per differenziarsi a questo punto diventa un obbligo: viene chiamato un architetto per il totale restyling del punto vendita e si inizia a ragionare in termini di total look e cornerizzazione degli spazi.

Il grande negozio di Sestu, comincia a vendere oltre che calzature, accessori e moda bambino, anche abbigliamento grazie all’impegno dell’erede e socio Aldo, ed ogni angolo del punto vendita è occupato da un brand famoso riconoscibile per allestimento, luci e stile. «Per non temere la concorrenza abbiamo deciso di cambiare rotta e, come sempre, anticipare i tempi», spiega Andrea Antuofermo, figlio trentacinquenne di Antonio che, insieme agli altri due cugini, Alessandro e Simone, ha aperto il punto vendita Antuofermo Sportswear. «Siamo stati nel tempo degli innovatori e ora con noi, nuove leve, vogliamo portare l’azienda di famiglia nel mondo 2.0 (online n.d.r.)». Campagne pubblicitarie fresche, sempre grandissima attenzione al cliente «il servizio sulla nostra pagina Facebook funziona alla grande e con estrema velocità» dice Andrea, personale con oltre trent’anni di esperienza e occhio sempre attento alle novità: questi i punti di forza di una delle aziende più conosciute a Cagliari che con i suoi quasi ottant’anni di presenza nell’ambito commerciale cittadino ripercorre al tempo stesso la storia della città.

La Sardegna scala le classifiche nazionali del gioco digitale e si piazza tra le regioni italiane più attive nel gioco d’azzardo online. È quanto emerge da una recente indagine condotta da BonusFinder Italia, che mette in luce una realtà sempre più preoccupante: l’isola non solo gioca, ma cerca attivamente nuove forme di accesso al gioco, spesso legate a bonus e promozioni.

Secondo i dati analizzati, i sardi risultano tra i più interessati ai cosiddetti “bonus senza deposito”, ovvero offerte che permettono di iniziare a giocare con denaro virtuale senza versare fondi reali. Un meccanismo che, se da un lato attira nuovi utenti, dall’altro può alimentare dinamiche di rischio e dipendenza, soprattutto tra i più giovani.

Dai dati di Google Trends, la Sardegna figura tra le regioni con il maggior volume di ricerche per i termini “bonus deposito gratis” e “casino online AAMS”, con circa 1.500 ricerche mensili. Numeri che collocano l’isola sul podio insieme a Puglia e Lazio, confermando una tendenza in costante crescita.

Un fenomeno che, dietro l’apparente veste di “intrattenimento digitale”, cela un problema sociale sempre più esteso. In Italia, secondo le stime più recenti, un cittadino su due partecipa a forme di gioco d’azzardo, un’abitudine che per molti si è trasformata in una dipendenza vera e propria, aggravata dall’accessibilità garantita dalle piattaforme online attive 24 ore su 24.

Le associazioni che si occupano di contrasto alla ludopatia lanciano l’allarme: la ricerca di “bonus gratuiti” e la possibilità di giocare da smartphone riducono le barriere psicologiche e moltiplicano i rischi di dipendenza. Servono maggiori controlli, campagne di sensibilizzazione e un monitoraggio più attento dei portali digitali che, pur operando in regola, rendono il gioco un’abitudine quotidiana per migliaia di sardi. L’indagine completa di BonusFinder Italia.