Si prospetta un’estate ricca di cultura e svago, anche a Cagliari, che per la prima volta ospita la Festa della Musica, istituita a livello europeo per commemorare il Solstizio d’Estate.

La Festa della Musica è una manifestazione gratuita e popolare nata nel 1982 da un’idea del Ministero della Cultura Francese che, nel 1985, è diventata Europea; sono oltre 100 le città italiane che hanno aderito al progetto.

E’ stato programmato un calendario ricco di concerti e appuntamenti, con oltre 150 musicisti e 28 tra enti, associazioni e federazioni che allieteranno e vivacizzeranno  circa quaranta luoghi differenti, tra i quali il Teatro Civico di Cagliari, il Lazzaretto di Sant’Elia, il Teatro Massimo e il Teatro Lirico, ma anche alcune zone di Monte Urpinu, il Parco della Musica e l’Ospedale Brotzu. Saranno animate le vie, le strade, i balconi e le vetrine della città.

La Festa avrà inizio venerdì 19 giugno alle ore 22:00 in Piazza San Giacomo, ma si protrarrà fino al 21 giugno e fungerà da omaggio alla nota artista Giusy Devinu, soprano che si esibì in passato nei più importanti teatri del mondo, interpretando ruoli e repertori differenti.

“Tra i generi proposti- spiega il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda- non solo ci sarà la lirica, ma anche il rock, il pop, il jazz, il blues, i canti tradizionali, l’elettronica, la musica classica e il tango. Sono stati pianificati anche alcuni spettacoli che avranno come protagonisti bambini dai 0 ai 3 anni, perché l’intento è quello di coinvolgere un pubblico numeroso, che comprenda tutte le fasce d’età.”

Genitori, anziani, bambini, turisti sono tutti invitati a partecipare alle attività, ma anche per chi soffre e non può recarsi di persona nei luoghi d’esposizione sono stati organizzati piccoli concerti in corsia. Ci sarà musica anche per chi sceglie di spostarsi in città sui mezzi pubblici, con artisti e cantanti sui bus del Ctm.

“La Festa Europea della Musica – conclude il sindaco – è un’ottima occasione per permettere di conoscere Cagliari. E’ assimilabile a una sorta di Monumenti Aperti della Musica, perché sarà un modo per visitare le Chiese, il Conservatorio e altri spazi dedicati allo spettacolo.”

Un evento imperdibile non solo per chi è amante della musica, ma anche per coloro che desiderano conoscere Cagliari e la sua bellezza storica e culturale.

Immaginate di trovarvi di fronte a una roccia che non è solo affascinante dal punto di vista “estetico”, ma che racconta anche la storia millenaria della nostra Terra. Questa pietra, che negli opifici sardi ha trovato la sua massima espressione, sfoggia colori che spaziano dal rosso mattone al verde intenso, passando per sfumature giallastre e, in alcuni casi, perfino nere. Parliamo di una roccia sedimentaria mono-mineralogica, composta quasi interamente da quarzo e arricchita da impurità di ferro che le conferiscono queste tonalità così vivaci. Un vero e proprio tesoro naturale, tanto ricercato da essere considerato una pietra semi-preziosa perfetta per essere lavorata in botteghe artigiane.

E sapete di quale roccia stiamo parlando? Del celebre diaspro verde, una gemma tipica del Monte Arci, un’area che da secoli affascina per la sua ricchezza geologica. Il diaspro si mostra in tutta la sua varietà cromatica, dal rosso al verde, ma non è raro trovarlo in tonalità più inusuali, come il giallo e il nero.

Se siete curiosi di scoprire tutti i segreti di questa roccia e della sua affascinante formazione, dovete assolutamente fare tappa al GeoMuseo MonteArci Stefano Incani. Qui, la storia del diaspro prende vita attraverso racconti di mari scomparsi e spettacolari eruzioni vulcaniche sottomarine. Questo museo, un unicum in Sardegna, racconta la geologia dell’isola e in particolare quella della Marmilla, una zona che custodisce rocce risalenti a ben 24 milioni di anni fa. La passione di Vincenzo Incani ha dato vita a una collezione straordinaria, che comprende fossili di animali marini antichissimi, diorami che riproducono l’attività del vulcano e, naturalmente, una varietà di minerali, tra cui i celeberrimi diaspri, che si sono formati durante le eruzioni del “vecchio vulcano” del Monte Arci. E per chi cerca un’esperienza ancora più straordinaria, non mancate la “sala flù”, dove minerali dai colori fluorescenti vi lasceranno senza parole.