Lo sapevate? Nella nostra Isola vive il geotritone (o euprotto) sardo, l’anfibio più raro d’Europa.
Prima l’animale aveva una distribuzione molto più ampia in tutta la Sardegna (soprattutto sopra i 400 metri) mentre ora è confinata in poche località sopratutto nella parte orientale dell’Isola. Unico rappresentante della famiglia dei salamandridi, l’Euprotto sardo, è una tra le poche specie appartenenti alla fauna continentale del Terziario inferiore.
Il sole e la disidratazione possono essergli fatali: questo piccolo e curioso anfibio non possiede infatti polmoni, e respira direttamente attraverso la pelle, che quindi deve mantenersi umida come una mucosa. Anche per questo il geotritone esce solo di notte o con temperature basse (massimo 15°C) e umidità dell’aria di almeno l’80%. Molto importante: se lo incontriamo, ricordare di non manipolarlo (si rischierebbe di asportare la vitale mucosa dal corpicino) e non spostarlo nè esporlo al sole.
Ha dimensioni piccole, di solito raggiunge gli 11-12 cm. Si distingue per la testa appiattita, poco più lunga che larga, di forma triangolare e poco distinta dal corpo, il muso è arrotondato e la bocca si presenta larga con lingua ovale; occhi sporgenti, e coda. La colorazione delle parti dorsali è marron o olivastro con chiazze color ruggine, verdastre o nere e una striscia vertebrale rossastra; le parti ventrali sono più chiare, grigio chiaro – biancastro, con delle macchie scure evidenti, più rade nelle femmine, sempre presenti sulla gola. Il maschio ha dimensioni maggiori rispetto alla femmina.
Si tratta di una specie solitaria che vive nei corsi d’acqua permanenti, limpidi con fondo roccioso, sabbioso o misto, per lo più privi di vegetazione e con deboli correnti. Durante l’inverno va in letargo e nella stagione più calda va incontro ad una sorta di latenza estiva. In primavera e in autunno si può trovare sotto i sassi e i detriti dei torrenti o lungo le sponde. Sia le larve che gli adulti sono predatori e si cibano in prevalenza anche di grossi insetti. La specie viene a sua volta predata da bisce d’acqua e trote. Il declino della specie è dovuto principalmente alla perdita di habitat, inquinamento delle acque e introduzione di competitori.