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Lo sapevate? In sardo, come si dice “prezzemolo”?
Il sardo è una lingua che è un vero e proprio scrigno di tesori linguistici, ricca di influenze e significati che vanno dal serio all’ironicamente divertente. È proprio il caso della parola che indica il prezzemolo, una parola che non solo fa sorridere per il suono e la musicalità, ma che nasconde anche un piccolo aneddoto che vi farà vedere questa erbetta in una luce tutta nuova.
In sardo campidanese, il prezzemolo si dice “perdusemini” o, in alternativa, “pedrusemini”. Suona come una filastrocca, vero? Non è proprio una parola che passerà inosservata. Ma da dove viene questa curiosa espressione? Facciamo un viaggio a ritroso nel tempo: tutto parte dal greco “Petroselinon”, che diventa “Petroselinum” in latino e che, come molte parole, si diffonde nelle lingue neolatine, influenzando anche il sardo campidanese. Ma non finisce qui! Il prezzemolo non è solo un’icona del nostro piatto preferito, ma è anche un simbolo in altre lingue: il tedesco lo chiama “Petersilie”, lo spagnolo “Perejil”, e non possiamo dimenticare l’italiano che ci ha regalato il nostro ben noto “prezzemolo”. Come vedete, un’erba dalle mille tradizioni linguistiche!
E qui arriva il colpo di scena: proprio come in italiano, in sardo “cument’e su perdusemini” non si riferisce solo all’erba aromatica che sta sempre lì, a dare un tocco di freschezza a ogni piatto, ma si usa per descrivere qualcuno che è sempre in mezzo, sempre presente, un vero e proprio ficcanaso che si intromette dappertutto. Insomma, proprio come il prezzemolo che non manca mai in una ricetta, quella persona è sempre lì, pronta a “condire” ogni discussione, ogni situazione, mettendo il suo tocco in ogni angolo della vita. E che dire, se non che, in fondo, anche il ficcanaso ha una sua utilità, proprio come il prezzemolo?