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Addio Dactylorhiza elata: dichiarata ufficialmente estinta l’orchidea che viveva solo in Sardegna.
Svanita per sempre: la fine dell’unica orchidea endemica italiana. Con un triste sigillo ufficiale, la Dactylorhiza elata subsp. sesquipedalis, un’orchidea palustre che esisteva soltanto in Sardegna, è stata dichiarata estinta.
A certificarne la scomparsa è il Report sulla Biodiversità diffuso da Legambiente, che ha scelto proprio la vigilia della Giornata Mondiale della Biodiversità per dare notizia di questa perdita gravissima per il patrimonio naturale italiano. Un’assenza che pesa come un macigno: non si tratta solo di una specie in meno, ma della fine dell’unica orchidea endemica dell’intero Paese.
Presente un tempo nella provincia di Nuoro, la Dactylorhiza elata subsp. sesquipedalis mostrava già segnali di sofferenza nei decenni scorsi. Negli anni ’80 si contavano una trentina di esemplari, ma la loro presenza è progressivamente crollata: dieci nel 2010, tre appena nel 2020, fino a non trovarne più alcuno nel 2025. Una cronaca di una scomparsa annunciata, che oggi diventa ufficiale e definitiva.
Questo episodio drammatico arriva in un contesto nazionale che, sebbene ricco di biodiversità, fatica enormemente a proteggerla. L’Italia vanta ben 240 specie di orchidee, un tesoro botanico che pochi altri Paesi europei possono vantare. Eppure, soltanto quattro di queste specie risultano attualmente tutelate dalla Direttiva Habitat. Una tutela insufficiente, se non simbolica, che fotografa perfettamente i ritardi accumulati dal nostro Paese in materia di conservazione.
Il report denuncia con forza la lentezza italiana nel rispettare gli obiettivi europei per il 2030, soprattutto per quanto riguarda l’espansione delle aree protette e l’aggiornamento delle normative. Se si continuasse con l’attuale passo, l’obiettivo del 30% di territorio e mare protetto verrebbe raggiunto soltanto tra ottant’anni. Un ritardo incompatibile con l’urgenza della crisi ecologica e con la necessità di salvare ciò che resta della nostra flora più vulnerabile.
Per Legambiente, la strada è chiara: serve un deciso cambio di passo, investimenti concreti nella creazione di nuovi parchi e aree protette, e una strategia di tutela che non lasci indietro le specie più rare e a rischio, come le orchidee. La Dactylorhiza elata subsp. sesquipedalis non tornerà, ma il suo addio può e deve essere un campanello d’allarme che spinga finalmente all’azione.