Passion of Jesus Christ: tour per i rioni storici di Cagliari sabato 28
Sabato 28, Passion of Jesus Chirst tour per i rioni storici di cagliari tra stazioni votive, chiese storiche, cunfrarias e palazzi aviti. Le associazioni Aloe Felice, CagliariSegreta, Movimento Presenza Cristiana, Priorato di Sion, e C.S.E.N Provinciale, organizzano sabato 28, una
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Sabato 28, Passion of Jesus Chirst tour per i rioni storici di cagliari tra stazioni votive, chiese storiche, cunfrarias e palazzi aviti.
Le associazioni Aloe Felice, CagliariSegreta, Movimento Presenza Cristiana, Priorato di Sion, e C.S.E.N Provinciale, organizzano sabato 28, una via crucis, nei rioni storici di Cagliari, alla scoperta delle 14 stazioni artistico religiose, rappresentanti la Passione di Cristo. I bassorilievi artistici su lastre di ferro, vennero fatti collocare sulle facciate di chiese e palazzi, dall’arcivescovo Ernesto Maria Piovella.
I partecipanti, percorreranno tra viuzze e vicoli della città vecchia, nei rioni storici di Marina, Villanova, Castello e Stampace, la Passione di Gesu’, attraverso stazioni votive, chiese storiche, cunfrarias e palazzi. Si percorreranno le seguenti vie della Passione di Cristo: scalette monache cappuccine, Via Torino, Piazza San Giacomo, Via San Giovanni, Piazza Indipendenza, Piazza Palazzo, Piazza Santa Croce, Via Baylle, piazza San Sepolcro. Si visiteranno le chiesa Madonna della Pietà, Monastero delle suore cappuccine, Chiesa Santa Rosalia, Santuario San Salvatore da Horta, chiesa di Sant’Agostino.
Contributo Sociale Adulti: 6 euro. I bimbi gratis. Raduno: ore 16 in via Manno di fronte a Zara, ex Upim. Fine ore 19.30.
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Marina Cafè Noir, i motivi dell’addio a Cagliari: «Non siamo più considerati una risorsa, ma un peso»

«Troppa burocrazia, troppo poco sostegno»: ecco le ragioni dell'addio a Cagliari del Marina Cafè Noir.
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Dopo ventitré anni di attività, il Marina Cafè Noir, storico festival di letteratura, musica e cultura popolare, annuncia l’addio a Cagliari. La decisione, comunicata dall’Associazione Culturale Chourmo, segna la fine di un capitolo importante per la vita culturale cittadina: dal 2003 il festival aveva trasformato piazze e quartieri in luoghi d’incontro, dibattito e partecipazione.
Nato nel cuore del quartiere Marina, il festival si è caratterizzato per la sua natura popolare e accessibile, capace di coinvolgere migliaia di persone ogni anno e di portare in città scrittori, musicisti e artisti nazionali e internazionali. Negli anni ha contribuito a rivitalizzare spazi urbani e a costruire una comunità culturale trasversale, riconosciuta anche fuori dall’isola.
Tuttavia, spiegano gli organizzatori, il rapporto con l’amministrazione comunale si sarebbe progressivamente deteriorato. «È venuta meno la percezione di essere considerati una risorsa per la città», scrivono. «La burocrazia non è stata più un semplice ostacolo operativo, ma uno strumento contraddittorio e incomprensibile che ha reso impossibile programmare e lavorare con continuità».
Tra i nodi indicati: ritardi nell’assegnazione degli spazi e dei contributi, sostegno economico giudicato insufficiente rispetto alla complessità del progetto, difficoltà nei processi autorizzativi e mancanza di un supporto logistico adeguato. Elementi che, nel corso del tempo, hanno finito per pesare più della passione e dell’impegno.
Il Marina Cafè Noir rivendica però di non voler aprire alcun conflitto politico. «Non cerchiamo corsie preferenziali, solo il riconoscimento del valore di un festival gratuito, costruito in strada, capace di avvicinare al libro e alla cultura chi altrimenti non si avvicinerebbe». La scelta non nasce dunque da polemiche personali, precisano, ma dalla consapevolezza di non poter più lavorare «in condizioni dignitose e sostenibili».
Quel che è certo è che il festival non si ferma. La sua storia proseguirà altrove, in un’altra città ancora da svelare. «Un certo nomadismo fa parte della nostra identità. Marina Cafè Noir continuerà, ma non a Cagliari. A breve diremo dove». Intanto, dal pubblico, continuano a arrivare messaggi di sostegno, affetto e riconoscenza. Segno di quanto forte sia stata, in oltre due decenni, la presenza del festival nel tessuto culturale cittadino.
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