Consiglio comunale: l’opposizione abbandona l’aula ma il bilancio viene approvato
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La gestione dei cinghiali a Cabras continua a far discutere. Dopo le dichiarazioni del sindaco e del consigliere comunale Antonello Manca, che hanno definito il paese “sotto attacco” dagli animali selvatici, arriva una dura presa di posizione da Maria Franca Marceddu, referente regionale dell’associazione Avi che si occupa di diritti degli animali.
“Leggo con attenzione le esternazioni del sindaco e del consigliere – afferma la referente – e mi chiedo perché in altri comuni i cittadini convivono con la fauna selvatica senza ricorrere all’abbattimento. La soluzione non può essere quella di uccidere i cinghiali, esseri senzienti con diritto alla vita”.
Secondo Maria Franca Marceddu, esistono alternative praticabili e meno violente: “Si potrebbero installare cassonetti anti-sfondamento, mantenere pulite le periferie, somministrare cibo e acqua lontano dai centri abitati, utilizzare reti elettrosaldate o terapie ormonali per limitare la riproduzione dei cinghiali. Ci sono anche cani da guardia e altri strumenti per proteggere raccolti e persone, senza ricorrere alla morte degli animali”.
L’esperta sottolinea inoltre i rischi legati all’uso delle armi: “L’abbattimento provoca inquinamento da piombo e mette a rischio la salute pubblica. Sarebbe opportuno che la Asl effettuasse controlli sul territorio, in particolare nelle zone umide, per valutare lo stato ambientale”.
Da oltre un anno l’associazione chiede un incontro con l’amministrazione comunale. “La risposta che abbiamo ricevuto finora è sempre la stessa: uccidere i cinghiali. Credo sia arrivato il momento di dimostrare che è possibile convivere con questi animali senza comprometterne la vita”, conclude la referente. Un richiamo alla civiltà e al rispetto: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali. Possa la vita trattarvi come avete trattato loro”, conclude la portavoce.