Un episodio di violenza giovanile ha scosso la giornata della Festa della Mamma. Francesco, un ragazzo di 14 anni, è stato aggredito ieri sera al Poetto da un gruppo di coetanei mentre cercava di difendere un’amica da un’aggressione verbale. La denuncia arriva da sua madre, Maria Rosaria Frau, che ha raccontato quanto accaduto in un lungo post pubblicato sui social.
«Mio figlio ha visto una sua amica in difficoltà, insultata da alcuni ragazzi, e ha semplicemente chiesto cosa stesse succedendo», ha spiegato Frau. «In risposta è stato circondato, picchiato, preso a calci e sputi da quattro ragazzini». L’aggressione è avvenuta nei pressi della fermata del Malibu, lungo il litorale cagliaritano.
Secondo il racconto della donna, un adulto sarebbe intervenuto per interrompere il pestaggio e i ragazzi si sarebbero allontanati. Ma non era finita. «Non contenti, hanno chiamato dei “rinforzi” e si sono ripresentati dopo mezz’ora per riprendere da dove avevano lasciato», ha aggiunto. «Mio figlio si è ritrovato da solo a difendersi da quello che sembrava un gruppo di aspiranti Bruce Lee». Le forze dell’ordine sarebbero state allertate, ma il gruppo si sarebbe dileguato prima dell’arrivo delle pattuglie. Il secondo episodio violento si è verificato intorno alle 19, sempre nella zona del Poetto, in viale Poetto all’altezza del Gieffe. Anche in questo caso, il ragazzo sarebbe stato colpito mentre era solo e nessun adulto avrebbe prestato soccorso.
«Francesco non ha chiamato nessuno, non ha chiesto aiuto. È tornato a casa con il viso gonfio, le guance pestate, ma con la sua fierezza intatta», racconta la madre. «Io, da mamma, l’ho portato al Pronto soccorso sperando che non avesse riportato traumi gravi». Per Maria Rosaria Frau, la vera fortuna è stata che non siano comparsi coltelli o che nessuno abbia colpito il figlio in modo più serio. «Poteva andare molto peggio», ha ammesso. «È stata la Festa della Mamma e, nonostante tutto, mi considero fortunata. Ma voglio lanciare un appello: pensateci, perché oggi è toccato a mio figlio, domani potrebbe essere il vostro».
Infine, una riflessione rivolta ai genitori dei giovani aggressori: «Mi auguro che le madri di questi ragazzi si rendano conto di che tipo di gioventù stiamo crescendo. Troppo sicuri per colpire in branco, troppo codardi per prendersi le responsabilità».