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Come si chiama il cardo selvatico in sardo campidanese?
Un ortaggio che in Sardegna si è sempre consumato soprattutto crudo nelle sue parti più tenere e sott’olio per poterne consevare una buona scorta. E voi come chiamate il cardo selvatico in sardo campidanese?
Il cardo selvatico: un tesoro gastronomico e terapeutico della Sardegna.
Il cardo selvatico, un ortaggio che incarna la tradizione culinaria sarda, è una vera e propria prelibatezza. In Sardegna, questo vegetale è stato consumato per secoli, prevalentemente nelle sue parti più tenere, gustato crudo o conservato sott’olio per assaporarlo anche nei mesi invernali. In sardo campidanese, il cardo selvatico è conosciuto come gureu o ureu, ma anche come cardu o cadru, un nome che deriva dal latino carduus. La sua popolarità è radicata profondamente nella cultura locale, ed interroga i sardi su come non solo lo chiamino, ma soprattutto su come lo cucinino.
Chi non ha mai avuto l’immagine vivida della nonna seduta al tavolo, intenta a sbucciare con premura i gambi dei cardi? Un gesto che riporta subito alla mente non solo ricordi familiari, ma anche il calore di una cucina semplice e genuina. Il cardo selvatico si distingue per le sue caratteristiche uniche. Buono da mangiare crudo, lessato, sott’olio o abbinato a piatti di carne come agnello e capretto, è un ingrediente versatile che ben si presta a molteplici preparazioni culinarie, rendendolo una vera prelibatezza vegetale del territorio.
Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, la stessa dei carciofi, il cardo selvatico è composto principalmente da acqua, seguito da carboidrati, proteine e lipidi. Sorprendentemente, contiene solo 17 calorie per 100 grammi, il che lo rende leggero e ideale per chi cerca un’alimentazione sana. È particolarmente ricco di fibra e minerali come potassio, sodio, calcio, ferro e fosforo, oltre che di vitamine del gruppo B e vitamina C. Queste proprietà nutritive lo rendono fondamentale in una dieta equilibrata.
Ma il cardo selvatico non è solo un alimento nutriente; possiede anche incredibili proprietà terapeutiche. Grazie alla presenza della silimarina, una miscela di flavolignani, il cardo è ritenuto un toccasana per il fegato, migliorando la funzionalità epatica e favorendo la depurazione dell’organo. Questa sostanza è particolarmente utile in caso di intossicazioni dovute all’assunzione eccessiva di alcol o alimenti pesanti e difficili da digerire, come i funghi. Recenti studi suggeriscono inoltre che la silimarina possa contribuire a regolare i livelli di insulina, contrastares l’insulino-resistenza e ridurre il rischio di diabete.
Non sono solo queste proprietà a rendere il cardo selvatico un alleato prezioso per la salute. Infatti, i cardi possiedono anche capacità antibatteriche e antinfiammatorie, risultando efficaci nella cura di infezioni renali, infiammazioni intestinali, psoriasi, asma e raffreddori. Grazie al suo contenuto di vitamina C, il cardo svolge un’azione antiossidante, rallentando l’invecchiamento cellulare. La sua versatilità si estende anche al campo della produzione di integratori naturali, utilizzati per stimolare la produzione di latte materno.
Tradizionalmente, i sardi impiegavano il cardo per far coagulare il latte, ottenendo così formaggi artigianali. Si narra che anche il celebre Fiore Sardo fosse originariamente prodotto in questo modo, dal quale deriva il suo nome. Inoltre, durante la fioritura, le api producono un miele dalle note scure e dall’aroma tipicamente sardo, conferendo ulteriore valore a questa pianta.
Nella cucina moderna, le parti più tenere del cardo possono essere consumate crude, condite con un’emulsione di olio, limone e sale. Quelle più dure richiedono una cottura, meglio se lessate e condite con un filo d’olio, oppure gratinate in forno. La tradizione vuole che, in epoche passate, si facesse scorta di cardi per conservarli sott’olio. Per chi volesse cimentarsi in questa pratica tradizionale, ecco una ricetta semplice:
Per preparare i cardi sott’olio, servono solo pochi ingredienti: 1 kg di cardi selvatici, 2 spicchi d’aglio, il succo di 3 limoni, 2 bicchieri di aceto di vino bianco, olio extravergine d’oliva, foglie d’alloro, sale e pepe nero in grani. Dopo aver pulito e tagliato i cardi, questi vengono lessati e poi conservati in barattoli sterilizzati, coperti con olio e aromatizzati con aglio e pepe. È consigliabile lasciarli riposare per alcune settimane in un luogo fresco e buio, prima di gustarli.
In sintesi, il cardo selvatico è molto più di un semplice ortaggio. Rappresenta un tesoro della biodiversità sarda, nonché un elemento fondamentale della tradizione culinaria e della salute. La sua riscoperta e valorizzazione potrebbero rivelarsi decisivi sia per la gastronomia locale che per il benessere degli abitanti dell’isola.