Ad Elini in scena La Grande Madre dei Medas
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Una folla immensa, molte persone costrette a restare fuori dalla cattedrale di Sant’Antonio Abate a Castelsardo, ha partecipato in silenzio e con profonda commozione al funerale di Cinzia Pinna, la 33enne uccisa la notte dell’11 settembre scorso da Emanuele Ragnedda, imprenditore del vino di 41 anni, reo confesso e attualmente in carcere a Sassari.
Il feretro di Cinzia è arrivato alle 16, proveniente dall’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, ed è stato portato a spalla lungo le strette vie del borgo dei Doria, nel cuore del nord Sardegna.
Dietro la bara, in prima fila, il padre, la madre e la sorella di Cinzia, stretti dall’abbraccio dell’intera comunità che ha voluto salutare per l’ultima volta la giovane donna, tra lacrime e silenziosa partecipazione.
“Chiediamo giustizia per Cinzia e preghiamo per il pentimento di chi le ha tolto la vita”, ha affermato don Pietro Denicu, parroco di Castelsardo, durante l’omelia. “Si sono dette troppe parole; ora è il momento del silenzio, della preghiera e della misericordia”.
Al termine della cerimonia, il corteo ha accompagnato il feretro fuori dalla cattedrale, in un silenzio che parlava più di ogni parola.