Elezioni regionali. Il pensiero di uno studente elettore.
Mesi di una campagna elettorale senza freni. Diverse strategie per i vari candidati. Ma a salire sul carro dei vincitori in Ogliastra sono sempre i soliti noti. Cambio al vertice in consiglio regionale. L’ex presidente Ugo Capellacci esce sconfitto
Mesi di una campagna elettorale senza freni. Diverse strategie per i vari candidati. Ma a salire sul carro dei vincitori in Ogliastra sono sempre i soliti noti.
Cambio al vertice in consiglio regionale. L’ex presidente Ugo Capellacci esce sconfitto dalle elezioni regionali pagando un’opaca amministrazione dovuta probabilmente anche al difficile periodo economico. Cede il testimone al Prof. Pigliaru, definito dallo stesso Renzi come “colui che non racconta le barzellette”, il cui programma elettorale è stato incentrato sul garantire ai cittadini e alle imprese sarde le stesse opportunità delle altre regioni d’Italia e dei vicini paesi europei.
Difficile da garantire, questo, per il docente di Economia dell’Università di Cagliari, che nei prossimi cinque anni dovrà scontrarsi con problematiche serie e con un patto di stabilità difficile da digerire. Tutt’altre erano le promesse dell’uscente Cappellacci, il quale avrebbe voluto rendere “zona franca integrale” l’intera isola. Promessa un po’ troppo azzardata, in quanto la copertura di 2,2 miliardi di euro sarebbe stata impossibile da trovare, se non eliminando dei servizi pubblici essenziali come l’istruzione e la sanità, i quali anziché di un indebolimento avrebbero bisogno di una spinta verso l’efficienza.
Le mosse dei candidati. In un 16 febbraio che probabilmente ha visto come protagoniste non solo Juventus e Roma ma anche l’astensionismo, i candidati ogliastrini si sono dati veramente da fare, ognuno a suo modo. Vengono riproiettati all’interno del consiglio regionale sicuramente i due consiglieri Franco Sabatini (candidatosi nonostante la nuova linea di rinnovamento dettata dal nuovo segretario del PD e autore di una campagna elettorale molto sobria ma di lunga durata) e Angelo Stochino ( che invece ha costruito il suo successo nel suo paese natio, grazie ad una serie di stanziamenti di fondi per l’Ogliastra e probabilmente anche con una mossa d’astuzia candidandosi con una spalla atta ad accaparrare tutti i voti dei simpatizzanti del partito di Silvio Berlusconi).
E’ da sottolineare anche il buon risultato ottenuto dai due villagrandesi Cannas (Udc) e Loi (Pd), entrambi partecipi di una buona campagna elettorale, con incontri in tutto il territorio ogliastrino ma allo stesso modo colpevoli di guerra intestina. Non sono infatti state viste di buon occhio dagli elettori le diatribe interne a quello che è il partito più grande d’Italia.
Sconcertante, aldilà delle varie promesse elettorali, è la mancanza all’interno dei programmi, di proposte volte a ridare credibilità alla classe dirigente e dedicate alla riduzione della spesa pubblica, come ad esempio una riduzione del numero dei consiglieri o la soppressione di alcuni enti. Si è parlato di snellire la burocrazia e creare posti di lavoro ma non si è spiegato il modo in questo debba avvenire e se gli imprenditori sardi avranno a che fare ancora con il Suap e con la famigerata conferenza dei servizi.

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