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A due anni dalla firma del protocollo interistituzionale che ha messo in rete i Centri antiviolenza e le case di accoglienza per le vittime di violenza (donne e minori), e a quattro dall’attuazione della legge 8/2007, l’assessorato della Sanità ha stilato un primo bilancio della attività di queste strutture, confermando l’impegno della Regione nel sostenere concretamente le persone che hanno subito danni e abusi con conseguenze devastanti nella vita sociale, affettiva e lavorativa.

I dati sono stati resi noti dall’assessore della Sanità e Politiche sociali Simona De Francisci, che oggi pomeriggio, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, partecipa a due incontri pubblici a Oristano e Cagliari.

DE FRANCISCI. “La Sardegna – spiega De Francisci – si conferma Regione modello nelle iniziative legislative, di prevenzione con specifiche campagne di sensibilizzazione, e soprattutto quotidiane di supporto a favore di chi ha subito violenza, tra le mura domestiche e fuori. In questi ultimi anni abbiamo creato un sistema di protezione a più livelli nei confronti delle vittime, che non possono essere lasciate sole, e i numeri in crescita purtroppo lo confermano”.

9 CENTRI E 5 CASE. Sul territorio regionale sono operativi 9 Centri antiviolenza (1 in ogni nuova provincia più 1 a Cagliari per l’alto indice di urbanizzazione) e 5 Case di accoglienza (1 in ogni vecchia provincia più 1 a Olbia), finanziati interamente dalla Regione (con 6,1 milioni di euro tra il 2009 e il 2012), per assicurare una diffusione capillare dei servizi in tutta l’Isola. Per il 2013 la ripartizione delle risorse sarà effettuata a breve, dopo l’approvazione a breve della delibera da parte della Giunta.

I CASI. Dall’ultimo monitoraggio effettuato ad aprile, sull’utilizzo dei fondi regionali, sugli standard qualitativi del personale e delle attività di Centri e Case, risulta che le strutture antiviolenza sono tutte operative dimostrando capacità di risposta alle esigenze delle persone che si rivolgono in cerca di soccorso e sostegno in genere. Il numero totale delle donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza tra 2009 e 2012 è di 10.672, mentre i casi presi in carico sono stati 1.916; le donne invece ricevute e ospitate nelle Case di accoglienza sono state 298.

STALKING. Sempre a proposito di violenza sulle donne, la Regione sta lavorando per contrastare anche un altro reato, lo stalking, contro il quale gli stessi centri antiviolenza, così come stabilito anche dalla recente legge approvata dal Consiglio regionale (la 26/2013), dovranno dotarsi di specifici sportelli.

Un tragico pomeriggio a Villanovaforru: bambino di sei anni investito, è in condizioni disperate.

Un’intera comunità è col fiato sospeso dopo il drammatico incidente che ha visto protagonista un bambino di appena sei anni a Villanovaforru. Il piccolo è stato investito nel pomeriggio mentre si trovava in sella alla sua bicicletta lungo via Sanluri, e ora sta lottando tra la vita e la morte all’ospedale Brotzu di Cagliari.

Le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Il bambino ha riportato un serio trauma cranio-facciale ed è stato trasportato d’urgenza con l’elisoccorso dell’Areus. Ricoverato nel trauma center dell’ospedale, è stato tenuto sotto stretto controllo per tutta la notte, con i medici che monitorano costantemente il suo quadro clinico.

Secondo le prime informazioni, a investirlo sarebbe stato un pensionato del paese, alla guida di un’Ape. L’uomo si è subito fermato per prestare i primi soccorsi, ma lo shock per quanto accaduto è palpabile. Alla scena hanno assistito i genitori del piccolo, che erano con lui in quel momento, rendendo l’incidente ancora più straziante. Fortunatamente, un altro bambino che si trovava con l’amichetto gravemente ferito non è rimasto coinvolto, evitando una tragedia ancora più grande.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri di Furtei, che ora hanno il delicato compito di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. L’attenzione di tutti, però, è rivolta al piccolo, nella speranza che possa superare questa battaglia e riabbracciare i suoi cari.