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Grandi novità hanno scosso l’estate bariese. Stanchi della scarsità di offerte di svago e di luoghi aggregazione sociale, molti giovani del paese hanno dato vita a delle associazioni, con l’intento di riappropriarsi degli spazi che vivono quotidianamente nel tentativo per riqualificarli culturalmente e socialmente. L’U.S.D. Calciobalilla Bari Sardo e l’Associazione Culturale Musicale “Freedom-Mind” lo hanno voluto dimostrare.

La prima ha organizzato un torneo di biliardino che ha visto la partecipazione di più di 80 coppie provenienti da tutta la Sardegna. L’evento è stato affiancato dalla festa della birra. La pianificazione, analizzata nei minimi dettagli, è durata quasi tre mesi . Il punto forte: la compattezza e il numero dei membri, più di una decina, e i fondi regionali che spettano alle società dilettantistiche.

Più in salita la strada per l’Associazione “Freedom-Mind”. I ragazzi intendevano organizzare più eventi nell’arco dell’estate, in particolare una sfilata di auto d’epoca e la sagra del melone e dell’anguria.

La sfilata si è tenuta il 21 luglio, richiamando numerosi appassionati di motori da tutta l’Ogliastra e offrendo agli spettatori uno splendido viaggio nella memoria, intensificato dalla cornice balneare della Torre. La festa è durata tutta la giornata, una domenica estiva diversa ed intensa.

La sagra, al contrario, non si è tenuta. Poco prima dell’inizio, con una piazza che cominciava a riempirsi e un gruppo che si accingeva a suonare, dal comune è arrivata la disposizione di cessare la manifestazione. Motivo: mancate autorizzazioni della A.S.L.

La delusione degli organizzatori è oggi palpabile. Se la prendono con chi non riesce a comprendere i loro progetti e con chi critica a priori ogni loro iniziativa, ignorando il lavoro e il sacrificio che stanno dietro questi eventi. Difficoltoso è pure reperire i fondi necessari. Pausa di riflessione doverosa per tornare in autunno più combattivi che mai.

Dal Comune ribadiscono i motivi della loro decisione ma aggiungono la loro assoluta vicinanza ai giovani propositivi e a chi vuole agire per dar lustro al paese.

Sul web capita spesso di leggere che “la Sardegna è una delle terre emerse più antiche”. In realtà, è una semplificazione che può generare confusione, soprattutto per chi non ha conoscenze di geologia.

La Sardegna che conosciamo oggi è in realtà un mosaico di grandi “pezzi” di crosta terrestre, spostati e modellati nei millenni da fenomeni geologici complessi: piegamenti, intrusioni di rocce granitiche, erosioni, coperture di sedimenti e colate vulcaniche. Questo processo è iniziato centinaia di milioni di anni fa, con fasi in cui la terra si sollevava e si abbassava, alternando periodi in cui era coperta dal mare ad altri in cui emergeva.

Grafica di Daniel Zoboli, paleontologo

Le rocce più antiche dell’isola risalgono a oltre mezzo miliardo di anni fa, quando alcune zone erano già emerse per brevi periodi, come dimostrano certi sedimenti continentali e rocce vulcaniche presenti oggi in aree come il Sulcis-Iglesiente e il Sarrabus. Ma dopo ogni fase di emersione, l’isola (o meglio, l’area che la componeva) veniva nuovamente sommersa. L’attuale assetto orografico – montagne come il Gennargentu o il Limbara – è invece molto più recente, formato solo negli ultimi milioni di anni.

In Sardegna quindi affiorano le rocce sedimentarie datate paleontologicamente più antiche d’Italia, risalenti a poco più di mezzo miliardo di anni. Ma in Europa ci sono rocce che hanno un’età molto più antica (es. Scozia), datate a oltre 3 miliardi di anni fa. L’isola inoltre, intesa nella sua forma attuale, non è stata tra le prime terre emerse e le montagne sarde sono di formazione recente e non sono “emerse” prima di altre zone più basse.

La bellezza della Sardegna sta anche nella sua lunga e complessa storia geologica, ma ridurla alla frase “prima terra emersa” è un errore.