2500 metri cubi di fanghi nei terreni del depuratore di Arbatax dal 2007
E mentre la situazione dell’impianto consortile si fa sempre più controversa e l’emergenza ambientale più vicina con l’arrivo della stagione estiva, Abbanoa diserta il vertice tenutosi lo scorso giovedì in Regione. Un’emergenza ambientale alle porte dell’estate. La discarica

reflui e fanghi
E mentre la situazione dell’impianto consortile si fa sempre più controversa e l’emergenza ambientale più vicina con l’arrivo della stagione estiva, Abbanoa diserta il vertice tenutosi lo scorso giovedì in Regione.
Un’emergenza ambientale alle porte dell’estate. La discarica dei fanghi accumulata nei terreni del Consorzio industriale è il risultato del ciclo di trattamento dei reflui di cinque paesi della fascia costiera: Tortolì, Girasole, Lotzorai, Santa Maria Navarrese e Baunei. Con esattezza non si sa quale sia la quantità reale del deposito di fanghi, l’unica cosa certa è che fino alla scorsa estate, stoccati sul terreno (dove non potevano stare) ce n’erano oltre 2500 metri cubi. Si tratta di rifiuti accumulati da sei anni, la cui mancata rimozione è tra le cause del commissariamento dell’allora presidente del Consorzio Antonio Scudu. Ma neanche gli ex commissari Marco Atzei e Mauro Pilia, né tanto meno l’attuale presidente Davide Burchi, nominato pochi mesi fa, sono stati in grado di portare a termine lo smaltimento dei fanghi. Unica nota positiva i trecentomila euro di fondi destinati ad interventi straordinari sul depuratore ottenuti dall’avvocato Pilia nel corso del suo mandato. Parte di questi sono stati utilizzati per riporre la discarica di fanghi in vasche di contenimento, e per toglierli momentaneamente dal terreno. Il depuratore smaltisce reflui non solo civili, ma anche industriali, ovvero, quelli provenienti dalle imprese che operano nella zona di Baccasara. Per legge questi fanghi dovrebbero essere portati in discarica o riutilizzati in agricoltura, ma il consorzio non ha i fondi necessari per farlo.
Intanto il tempo passa e l’emergenza aumenta. Anche la soluzione viene rimandata, in barba alla legge. Tanto più che Abbanoa, chiamata a farsi carico della gestione dell’impianto consortile non ne vuole sapere. All’incontro, organizzato dal commissario ad acta Sergio Cocciu lo scorso 20 giugno per definire il passaggio del depuratore dalla gestione consortile a quella del gestore idrico (che secondo la legge 10 del 2008 è obbligata a prenderlo in carico), erano presenti tutti tranne uno. C’era il presidente del consorzio Davide Burchi, i vertici del comune di Tortolì e della Provincia, l’Ato, il comandante del Porto Giuseppe Siragusa, grande assente proprio Abbanoa. A nulla è valsa la lettera del presidente Burchi inviata nel mese di maggio ad Abbanoa che definiva il piano di trasferimento di competenze di gestione del depuratore dal consorzio all’ente, così come previsto dalla legge 10 del 2008.

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