Il politico del mese: Angelo Stochino
Proseguono le interviste di Vistanet ai politici ogliastrini. Il politico di questo mese è l’On. Angelo Ivano Stochino, Consigliere Regionale e rappresentante ogliastrino nel “parlamento” sardo, con il quale abbiamo discusso del rapporto delle nuove generazioni con le istituzioni.
Proseguono le interviste di Vistanet ai politici ogliastrini. Il politico di questo mese è l’On. Angelo Ivano Stochino, Consigliere Regionale e rappresentante ogliastrino nel “parlamento” sardo, con il quale abbiamo discusso del rapporto delle nuove generazioni con le istituzioni.
Buongiorno Angelo, qual è stato il suo percorso politico?
Ho iniziato dal gradino più basso ma forse il più importante: all’età di 25 anni sono stato eletto consigliere comunale ad Arzana. In quegli anni il clima non era dei migliori, ma decisi ugualmente di impegnarmi nella costituzione di una lista trasversale che comprendeva personalità di aree politiche diverse. Un anno dopo ho svolto l’incarico di consigliere per la Comunità Montana, in qualità di rappresentante del comune di Arzana. Giovanissimo, mi è stato chiesto di fare il capogruppo del partito di Forza Italia. Nel 2001 Pietro Pittalis mi chiamò al suo fianco come consulente alla programmazione. In quell’occasione ebbi la possibilità di conoscere bene la macchina regionale in tutte le sue forme. Nonostante gli impegni, continuai a partecipare alla vita politica del mio paese diventando nel 2004 Vice Sindaco fino al 2005. Sempre in quell’anno mi candidai alle regionali, ma malgrado i miei 3000 voti, il sistema elettorale non mi permise di entrare in Consiglio Regionale. Finita l’esperienza comunale mi dedicati alla mia impresa in veste di tecnico, ma nel 2009 in vista delle elezioni regionali fui ricandidato dal mio partito e questa è storia recente. Sono entrato in consiglio con ben 5000 voti. In proporzione al numero degli abitanti sono stato il consigliere più votato in Sardegna.
Come avvicinare di più i giovani alla politica?
Credo che sia la politica a doversi avvicinare ai giovani! Voglio raccontarvi un aneddoto: tempo fa, durante un matrimonio, ebbi modo di parlare con una giovane ragazza di Arzana, Deborah Asoni. Lei mi pose la tua stessa domanda: come mai la politica non offre spazio ai giovani? Iniziammo a parlare e da quella chiacchierata nacque un’amicizia. Decisi dei prendere Deborah come mia collaboratrice, portandola con me in consiglio Regionale. Ho sempre pensato che debbano essere i politici stessi ad aprire le porte ai giovani, perché il loro contributo è di fondamentale importanza. Ho continuato a fare lo stesso con altri giovani del mio paese, proponendoli per altre candidature, partendo proprio da dove ho iniziato io, ossia i consigli comunali.
Qual è l’età giusta per iniziare a fare politica?
Dipende da molti fattori! Penso che la cosa importante per chi vuole impegnarsi politicamente sia quella di essere presenti nel territorio o nel paese dove si vuole svolgere questa attività. Per chi si ferma al diploma vanno bene anche i ventanni. Se un giovane studia all’università, è giusto che termini gli studi, quindi diciamo che l’età ideale potrebbe essere 27 anni. Ad ogni modo bisogna tenere sempre a mente che la politica non deve essere vista come un lavoro, perché se uno ha la possibilità dall’oggi al domani di uscire dalla politica e di poter tornare alla propria professione non è ricattabile.
Con l’ingresso precoce dei giovani in politica non può venir meno quella che è la formazione? Quanto conta lo studio e la preparazione per chi vuole iniziare ad interessarsi della “cosa pubblica”?
Come ti ho detto, io sono entrato a soli 25 anni a far parte del consiglio comunale di Arzana. La prima cosa che ho fatto è stata quella di studiare! Ho studiato i regolamenti, lo statuto, tutte le leggi che regolano il funzionamento della macchina burocratica comunale. A mio avviso la formazione serve. In questa cosa ci credo al punto che insieme ad un gruppo di consiglieri regionali e un parlamentare abbiamo fondato una scuola di formazione politica che si chiama Sardegna Mediterranea, che si occupa proprio di formazione politica per i giovani. L’unico problema è che gli incontri si fanno tutti a Cagliari ed è per questo che la scuola è frequentata soprattutto da universitari. Per rimediare a questo problema stiamo pensando di realizzare degli incontri itineranti anche nei paesi, per dare la possibilità a tutti partecipare.
Abbiamo parlato dell’età più adatta per entrare in politica, invece, qual è secondo te l’età giusta per ritirarsi dalla politica?
Non c’è un’età precisa per ritirarsi. Ci sono persone che sono entrate in politica a cinquanta o a sessant’anni e che non hanno alle loro spalle nessuna esperienza pregressa. Quelli che contano sono gli anni di politica attiva. Ovviamente sono contrario alle carriere prettamente politiche. Magari una legislatura non basta ma due sono troppe! Credo tuttavia che dopo molti anni di attività si possa continuare a dare il proprio contributo in modo passivo, ossia rimanendo all’interno di un partito e contribuendo, per fare un esempio, alla formazione delle nuove leve.
Cosa ne pensa della chiusura delle Provincia dell’Ogliastra?
L’abolizione delle province è il risultato di una consultazione referendaria democratica. Ad ogni modo la cosa che mi preoccupa maggiormente non è tanto la chiusura dell’Ente intermedio, ma la mancanza di una legge che va a pianificare ciò che succede dopo, nel senso: se aboliamo le province poi cosa succede? Bisogna studiare una nuova “Govenance” del territorio. A me le province non interessano, mi interessa però salvaguardare la Asl, le strade, le scuole e tutti gli altri servizi che erano di competenza provinciale e mi batterò fino all’ultimo perché questo avvenga.
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