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Il trionfo della pizza sarda, un’eccellenza che si espande in tutta l’isola.
La Sardegna si conferma protagonista nel panorama culinario nazionale. L’ultima Guida alle Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso, presentata al Palacongressi Mostra d’Oltremare di Napoli, ha premiato l’isola con un numero crescente di locali di altissimo livello, un risultato che sancisce un vero e proprio Rinascimento per l’arte bianca regionale.
Questo salto di qualità non si limita al capoluogo, ma si diffonde in tutta la regione, toccando anche i centri più piccoli.
La nuova geografia della pizza sarda è evidente nella prestigiosa classifica dei Tre Spicchi. La Sardegna ne conquista ben quattro, dimostrando come l’eccellenza si distribuisca uniformemente da nord a sud. Si tratta di Remi a Sassari (93 punti), Framento a Cagliari (92), Bosco a Tempio Pausania (92) e Maiori a Cagliari (91). Queste insegne, con stili diversi ma con la stessa tensione verso la qualità, hanno contribuito a definire il panorama dell’arte bianca isolana e possono ora competere senza timore con i grandi nomi nazionali.
Ma la mappa dell’eccellenza non si ferma ai massimi riconoscimenti. Moltissime pizzerie hanno superato gli 80 punti, la soglia che per il Gambero Rosso indica comunque una qualità superiore. A Cagliari spiccano Impasto e Sa Scolla (89 punti), Pomata Bistrot (88), PBread Natural Bakery (87), Sa Matracca (86) e lo storico Federico Nansen (79), con la sua rinomata pizza in teglia.
Anche fuori dal capoluogo, la qualità è diffusa. Si trovano eccellenze come Acqua e Sale (86) e Rubiu Brew Pub (82) a Sant’Antioco, Poppy’s a Carbonia (84), Grains a Quartu (82), S’Arzola a Orotelli (82), Tziu Mauriliu a Uras (80) e il nuovo ingresso 12 Pollici a Sanluri (79). La vitalità del settore è confermata da altre tre novità assolute: Mamma Mia (85 punti) e Babay (79) a Cagliari e il già citato 12 Pollici a Sanluri.
Il merito di questa crescita risiede nella pluralità degli stili. Le proposte spaziano dalla tradizione all’italiana alla complessa pizza napoletana, passando per proposte più contemporanee e innovative. L’impiego di impasti leggeri e digeribili, farine di alta qualità, grani antichi e ingredienti locali contribuisce a raccontare la Sardegna attraverso uno dei simboli della convivialità italiana. Negli ultimi anni, la pizza sarda ha dimostrato una capacità di rinnovamento pari, se non a volte superiore, a quella della cucina.
Dietro la passione per le pizze d’autore c’è anche un dato economico e culturale che racconta molto del territorio. Secondo gli ultimi dati, nel 2024, le famiglie sarde hanno speso quasi 79 milioni di euro all’anno, circa 108 euro pro capite, per consumare pizza. Otto sardi su dieci (85,7%) la scelgono regolarmente, confermandola come uno dei cibi più amati. Anche il numero delle imprese artigiane è in aumento, con 1.916 aziende e oltre 3.500 addetti nel 2024, a testimonianza di un settore vitale e in espansione.
Oltre al prodotto, la guida valuta l’intera esperienza, dal servizio alla carta dei vini, delle birre e dei cocktail, fino alla qualità dell’ambiente. Le pizzerie sono diventate luoghi accoglienti con piatti, bicchieri e tovagliato di tutto rispetto, pur mantenendo un’atmosfera informale. Questa combinazione di grande qualità, ospitalità curata e contesti informali rende la Sardegna un punto di riferimento anche per chi la visita. Oggi, infatti, chiunque cerchi un buon consiglio su dove mangiare una pizza, a Cagliari, Sassari o nei piccoli paesi, può contare su un’offerta vasta e di qualità.