Il Comune di Ilbono organizza per sabato 27 e domenica 28 novembre la IX edizione di “Pane e olio in frantoio”. La manifestazione, organizzata in collaborazione con la Pro loco presenta un ricco programma di tradizioni e sapori del centro ogliastrino.

Sabato 27, alle ore 9.30, organizzata dalla Scuola primaria di Ilbono, l’esibizione “Colori e sapori del mio territorio”,
alle ore 10: presentazione alla stampa, della gara nazionale del “Relly Ronde d’Ogliastra”;
alle ore 11,30, premiazione dei concorsi “Su giru ‘e s’ollu” e “I ragazzi e il territorio”;
alle ore 14, apertura di “prassas e mangasinus” lungo il percorso di “Pane e olio in frantoio 2010”;
alle ore 14,30, l’arte della molitura dele olive, nelle campagne del paese;
alle 18, presentazione del libro “Su estiri e is usansias antigas irboresas” di Mario Felice Barrui. Mostra del costume ilbonese e mostra fotografica;
ore 20, degustazione di zeppole e vari piatti tipici della cucina ilbonese.

Domenica 28, alle ore 9, apertura di “prassas e mangasinus, lungo il percorso di “Pane e olio in frantoio 2010”;
ore 9,30, II edizione del concorso “S’anguli ‘e pani pintau”;
ore 11,30, premiazione del concorso “S’anguli ‘e pani pintau”;
ore 14,30, incontro in via Roma presso Funtana ‘e S’Acacia, dove verrà riproposta la lavorazione del pane;
ore 18, degustazione de “S’Anguli ‘e corcoriga”;
ore 19,30, sfilata di moda, organizzata dalla “Sartoria Modolo e Borrotzu, con la partecipazione delle migliori sartorie della Sardegna.

«Se riuscite a cucinarlo meglio di me, torno in Libano a nuoto». Non usa giri di parole Abbas Ahmad, lo chef e food influencer libanese meglio conosciuto sul web come Habibi Original, per lanciare il guanto di sfida alla Sardegna. Al centro della contesa c’è uno dei re della tavola isolana: l’agnello. Il ristoratore, celebre per il tormentone «Habibi, yalla», ha pubblicato un video diventato immediatamente virale in cui mette alla prova una delle tradizioni gastronomiche più radicate e identitarie della regione.

Nel reel della discordia, lo chef mostra una testa d’agnello preparata secondo la sua personale ricetta: una cottura lentissima di ben dieci ore. Ahmad illustra minuziosamente la tecnica, spiegando che la carne viene avvolta in carta da forno e poi sigillata nell’alluminio, con un avvertimento categorico: «La stagnola non deve mai toccare il cibo».

Ma a far esplodere la polemica non è stata solo la ricetta, quanto il racconto del suo viaggio nell’Isola. L’influencer sostiene infatti di aver girato a lungo la Sardegna alla ricerca del leggendario agnello sardo, senza però averne trovato traccia nei menù: «Neanche un ristorante lo faceva, neanche uno ne abbiamo trovato», ha dichiarato nel video, un’affermazione che ha scatenato l’immediata reazione degli utenti sardi.

Il finale del filmato è una provocazione in piena regola, studiata per stuzzicare l’orgoglio dei pastori e degli chef sardi. «Sfido tutta la Sardegna: se riesci a fare un agnello così, fai un video e taggami. Se sei più bravo, non solo ti promuovo gratis e ti regalo dieci casse di vino libanese, ma torno a casa a nuoto ammettendo che sei migliore di me».

Abbas Ahmad non è nuovo a queste uscite teatrali — marchio di fabbrica del suo personaggio social — ma toccare l’agnello in Sardegna significa toccare un nervo scoperto. Resta ora da vedere se qualche agguerrito ristoratore sardo raccoglierà l’invito, pronto a dimostrare che, sul proprio terreno, la tradizione millenaria dell’Isola non teme alcun “Habibi”.