Nicholas Puech, quinta generazione degli imprenditori del lusso Hermes, senza figli, ha adottato il suo dipendente, 51enne di origine marocchina con moglie spagnola. Una decisione che sta provocando una guerra legale con un’Ong svizzera, l’associazione Isocrate, precedente destinataria del testamento e fondata dallo stesso Puech e che si occupa della lotta contro le fake news e la spettacolarizzazione delle notizie.

Il miliardario aveva già omaggiato il suo collaboratore domestico e la sua famiglia, con cui aveva stretto un maggior legame durante il periodo del lockdown, di un immobile a Marrakech del valore di circa un milione e mezzo di euro di franchi e di una villa a Montreux da 4 milioni.

Eppure, dietro la decisione di Puech di modificare il testamento, affatto gradita al resto della famiglia, non ci sarebbe alcuna ipotesi di circonvenzione d’incapace. L’erede, figlio di Yvonne Hermès ha 80 anni e gode ancora di una buona salute fisica e mentale e nessuno, almeno per il momento, ne mette in discussione la capacità di discernimento.

La storia dei tre marinai dispersi sull’atollo di Pikelot, nel mezzo del Pacifico, per una intera settimana sembra uscita da un romanzo. Sono stati trovati grazie alla loro abilità nel tracciare la parola “Help” sulla spiaggia con delle foglie di palma.

I tre pescatori sono rimasti bloccati su un isolotto per oltre una settimana, vivendo di noci di cocco e acqua di un pozzo. I loro familiari hanno lanciato l’allarme quando non sono tornati da Pikelot, e l’intervento tempestivo delle autorità di Guam e delle forze militari statunitensi ha giocato un ruolo fondamentale nel ritrovamento e nel salvataggio dei marinai dispersi.

Prima del loro recupero sono stati lanciati diversi pacchi di sopravvivenza e una radio per stabilire un contatto con i naufraghi per assicurarsi che fossero in buone condizioni di salute e per fornire loro ulteriori supporti durante l’attesa del salvataggio.