Lutto nella politica: muore stroncato dal Covid Franco Marini, ex presidente del Senato
Lunga la sua militanza nel sindacato della Cisl, di cui divenne segretario a partire dal 1985. In politica ha fatto parte della Democrazia Cristiana per poi approdare nel Partito Popolare italiano (di cui è stato leader), quindi nella Margherita e infine nel Partito Democratico.
Lutto nella politica italiana.
Si è spento all’età di 87 anni Franco Marini, ex sindacalista e politico di lungo corso del centrosinistra.
Era stato ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale San Camillo De Lellis di Rieti, da cui era stato dimesso il 27 gennaio. Le sue condizioni si sono poi complicate, causandone il decesso.
Lunga la sua militanza nel sindacato della Cisl, di cui divenne segretario a partire dal 1985. In politica ha fatto parte della Democrazia Cristiana per poi approdare nel Partito Popolare italiano (di cui è stato leader), quindi nella Margherita e infine nel Partito Democratico. Il 29 aprile 2006 fu eletto presidente del Senato mentre nel 2013 ha sfiorato la presidenza della Repubblica prima della rielezione di Giorgio Napolitano.
E il presidente della Repubblica attuale, Sergio Mattarella lo ricorda con parole di grande stima:
«La morte di Franco Marini mi addolora profondamente. Rivolgo un pensiero di grande vicinanza ai familiari e a quanti hanno condiviso con lui percorsi di vita e ideali. Franco Marini è stato un eminente esponente della Repubblica. Espressione del mondo del lavoro portò le istanze dei lavoratori italiani sino alla più alta carica alla quale venne eletto, quella di Presidente del Senato. Apparteneva alla schiera di quanti hanno saputo trasfondere nelle istituzioni la passione e il valore di aspirazioni autentiche maturate fra la gente. Non dimenticò mai le battaglie sociali che hanno costantemente caratterizzato la sua vita. In essa possiamo leggere l’ansia di riscatto delle popolazioni delle periferie del Paese, il contributo alla modernizzazione dell’Italia nel segno del progresso, la rigorosa testimonianza di chi poneva i principi del cattolicesimo democratico al servizio della crescita, della coesione e della giustizia sociale. Dalla Cisl alle istituzioni, da Ministro del Lavoro poi nel Parlamento, poi nella responsabilità di Segretario del Partito Popolare Italiano: il suo contributo, in una fase di transizione della società italiana, è sempre stato connotato dalla intransigente difesa delle ragioni dei più deboli e della libertà dei corpi sociali nel quadro della Costituzione: credeva fermamente nella loro funzione. È stato esempio di un impegno politico onesto e autentico».
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