Promuovere e favorire la conoscenza del nostro inestimabile patrimonio culturale e archeologico è l’obiettivo dei due eventi organizzati dalla cooperativa Irei, con il patrocinio del Comune, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro. Il primo degli appuntamenti è previsto per venerdì 8 marzo, alle 17, nella sala conferenze della biblioteca Comunale, in via Vittorio Emanuele, con il convegno aperto al pubblico ‘Il complesso archeologico di S’Ortali ‘e su Monti. Archeologia, storia e futuro del territorio”.

Ad aprire i lavori e portare i saluti istituzionali, l’assessore ai Beni Archeologici Stefania Vargiu, seguirà l’intervento dell’archeologo della Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro, Enrico Dirminti, sui prossimi interventi archeologici programmati in Ogliastra; Maria Ausilia Fadda, archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro si soffermerà sui 40 anni di ricerche e scavi in Ogliastra che mostrano una nuova identità del sito. Chiuderà il dibattito Gianfranca Salis, archeologa della Soprintendenza Archeologica per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna.

Un’altra iniziativa dedicata, invece, a famiglie e bambini ‘Un salto nella preistoria’ alla scoperta del sito archeologico S’Ortali e su Monti è prevista per questo fine settimana: sabato 9 e domenica 10 marzo, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Per i genitori l’ingresso sarà ridotto, gratuito per i bambini. Inoltre tutta la settimana sono previste visite guidate, sempre a cura della cooperativa Irei, dedicate agli studenti delle scuole elementari e medie.

”Valorizzare il nostro patrimonio archeologico e sensibilizzare gli adulti, ma soprattutto i più piccoli, alla conoscenza della nostra storia e, quindi, della nostra identità è l’obiettivo di questi eventi che seguono una lunga serie di manifestazione orchestrati al sito S’ortali e su Monti, uno dei luoghi più affascinati della nostra città che vanta un patrimonio unico con le più preziose testimonianze nuragiche e prenuragiche del nostro passato – commenta l’assessore Vargiu. Informiamo, inoltre, di un’altra iniziativa di promozione del sito, con il patrocinio del nostro Comune alla mostra evento ”Nuragica” dedicata al patrimonio archeologico sardo che si terrà fino al mese di aprile, a Nuoro, nella quale è riservato uno spazio espositivo anche al complesso archeologico S’Ortali e su Monti”.

Sa die de sa Sardigna, come riporta Sardegna Cultura, è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi“, cioè l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.

I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l’aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.

Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l’Isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.

Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell’Isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.

La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l’arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell’anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.

Ma l’allontanamento non durò tanto: nel giro di poco tempo i Piemontesi ritornarono in Sardegna e tutto ricominciò più o meno come prima.