Yusuf Dikeç è diventato una delle figure più iconiche e virali delle Olimpiadi di Parigi 2024. L’ex militare e attuale impiegato del catasto ha conquistato il web non solo per la sua medaglia d’argento nel tiro a segno, ma anche per il suo stile unico e la sua personalità. Con la sua t-shirt bianca, la pistola e la mano in tasca, Dikeç è stato paragonato a un vero e proprio supereroe, guadagnandosi il soprannome di “Hitman”.

Yusuf Dikeç

Ciò che lo distingue ulteriormente è il suo approccio minimalista alla disciplina. A differenza di molti altri tiratori che utilizzano sofisticate tecnologie e protezioni per migliorare la mira, Dikeç spara senza alcun ausilio tecnico, facendo della semplicità la sua forza. Questa caratteristica lo ha reso una figura di contrapposizione rispetto alla sudcoreana Kim Yeji, nota per il suo approccio iper-tecnologico al tiro a segno.

Yusuf Dikeç è nato il 1º gennaio 1973 e ha iniziato a dedicarsi al tiro a segno nel 2001, dopo una carriera militare in cui ha raggiunto il grado di sergente. Oltre alla sua esperienza militare, Dikeç è laureato in Educazione fisica e sport, combinando quindi competenze accademiche e pratiche in modo inusuale per un tiratore sportivo.

Il suo successo a Parigi è stato nella gara con pistola ad aria compressa da 10 metri in squadra mista, dove ha gareggiato insieme a Şevval İlayda Tarhan, portando a casa un prezioso argento. Tuttavia, la sua popolarità sui social media è esplosa anche grazie a un altro elemento irresistibile: il suo gatto. Le foto di Dikeç con il suo gatto sono diventate virali, specialmente nei gruppi di amanti dei gatti su Facebook, dove il felino viene scherzosamente considerato il suo “allenatore”.

Con la sua calma imperturbabile e il suo atteggiamento rilassato, Dikeç ricorda proprio un gatto: tranquillo, menefreghista e sornione. Questo mix di caratteristiche ha fatto di lui un personaggio unico e indimenticabile, capace di affascinare il pubblico ben oltre il campo di gara.

«Non ce la faccio, non posso.» Con voce bassa, Mauro Bergoglio, nipote di Papa Francesco e figlio di Oscar, aveva risposto così a una radio argentina. Infermiere a Buenos Aires, non avrebbe potuto permettersi il volo per Roma: il costo era troppo alto per le sue possibilità.

La notizia ha attraversato l’oceano, toccando il cuore di un’italiana che ha scelto di restare anonima. Senza esitare, ha regalato a Mauro e a sua moglie due biglietti aerei.

E così, grazie a un gesto di solidarietà silenziosa, anche loro hanno potuto essere presenti questa mattina a Piazza San Pietro, stringendosi per l’ultimo saluto a chi ha sempre difeso i più umili.