Miracolo in Colombia: ritrovati vivi i quattro bambini sopravvissuti a un incidente aereo avvenuto il primo maggio scorso. “Li abbiamo trovati tutti vivi” hanno comunicato i militari al governo nazionale. I quattro fratelli, della comunità indigena Huitoto hanno vagato per 40 giorni nella giungla dopo lo schianto del Cessna 206 su cui viaggiavano con la madre, il pilota e il leader indigeno. Tutti e tre gli adulti sono morti e il 16 maggio i loro corpi sono stati trovati dai militari sul luogo dell’incidente.

Alle ricerche hanno partecipato oltre 100 uomini delle forze armate e decine di esploratori indigeni che conoscono la zona. E alla fine li hanno trovati, in un punto sperduto non lontano da dove era precipitato l’aereo. Stanno bene, anche se sono ovviamente denutriti e deboli.

Secondo testimonianze raccolte dai media locali, sarebbero sopravvisuti grazie al sapere della comunità indigena, ricorrendo alla conoscenza appresa nella comunità. La conoscenza tradizionale e ancestrale che è stata loro insegnata ha permesso loro di sopravvivere alle difficoltà nella giungla, con poco cibo e animali pericolosi.

La storia dei tre marinai dispersi sull’atollo di Pikelot, nel mezzo del Pacifico, per una intera settimana sembra uscita da un romanzo. Sono stati trovati grazie alla loro abilità nel tracciare la parola “Help” sulla spiaggia con delle foglie di palma.

I tre pescatori sono rimasti bloccati su un isolotto per oltre una settimana, vivendo di noci di cocco e acqua di un pozzo. I loro familiari hanno lanciato l’allarme quando non sono tornati da Pikelot, e l’intervento tempestivo delle autorità di Guam e delle forze militari statunitensi ha giocato un ruolo fondamentale nel ritrovamento e nel salvataggio dei marinai dispersi.

Prima del loro recupero sono stati lanciati diversi pacchi di sopravvivenza e una radio per stabilire un contatto con i naufraghi per assicurarsi che fossero in buone condizioni di salute e per fornire loro ulteriori supporti durante l’attesa del salvataggio.