Arriva la Barbie con sindrome di down. Trapanese: “Giorno importante per i bimbi come Alba”
L’Assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese, felice per la creazione della prima Barbie che rappresenta i bambini e le bambine affetti da sindrome di Down, compresa la sua figlia adottiva Alba: "l'importanza di avere giocattoli inclusivi"
La celebre azienda di giocattoli Mattel ha recentemente lanciato il primo esemplare di Barbie dedicato ai bambini affetti da sindrome di Down, dimostrando la propria volontà di promuovere l’inclusione e l’accettazione universale. Luca Trapanese, assessore al Welfare del Comune di Napoli e padre di Alba, una bambina con sindrome di Down, ha lodato l’iniziativa di Mattel in un post sui social media, in cui la figlia si gode la nuova Barbie.
Trapanese ha espresso la sua gratitudine per l’impegno di Mattel nell’includere anche Alba e altri bambini con bisogni speciali nella propria linea di prodotti sul suo profilo Instagram: “Oggi è un giorno speciale per Alba e per i bambini come lei! Barbie ha fatto un regalo incredibile per tutti, quello di realizzare una Barbie con la sindrome di Down. È molto importante per i bambini sentirsi accolti nel gioco e riconoscersi in esso. Alba subito si è riconosciuta nella nuova Barbie ed ha voluto giocare creando tante avventure”.
E ha concluso: “Sono tanti i modi che abbiamo per dare possibilità a tutti di sentirsi inclusi nella vita quotidiana, per questo ringrazio Mattel per questa importante intuizione che ha un grande valore sociale. Io e Alba abbiamo partecipato al lancio della nuova Barbie in maniera completamente gratuita, ringraziamo Mattel per averci regalato questa bambola. Alba è l’ambassador italiana!”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Kentucky, dichiarato morto si risveglia poco prima dell’espianto degli organi
L’uomo si muoveva e piangeva, segnalando che fosse ancora vivo, nonostante i medici avessero decretato la sua morte
Una vicenda sconcertante ha scosso il Kentucky nell’ottobre 2021, quando un uomo, dichiarato morto a seguito di un attacco cardiaco, si è risvegliato poco prima che i suoi organi venissero espiantati. Anthony Thomas “TJ” Hoover II, già dichiarato clinicamente deceduto, si trovava sul letto d’ospedale pronto per l’operazione quando un’infermiera, Natasha Miller, ha notato qualcosa di anomalo. L’uomo si muoveva e piangeva, segnalando che fosse ancora vivo, nonostante i medici avessero decretato la sua morte.
La famiglia di TJ ha deciso di rendere pubblica la storia a tre anni dall’accaduto. L’uomo era andato in arresto cardiaco a causa di un’overdose di droga e, dopo vari tentativi di rianimazione, i medici avevano comunicato ai familiari che non vi erano più segni di attività cerebrale. Era stato quindi deciso di staccarlo dai supporti vitali, in quanto TJ aveva precedentemente dato il consenso alla donazione degli organi.
La svolta è arrivata quando, una volta in sala operatoria, la sorella dell’uomo ha notato che i suoi occhi sembravano aprirsi, nonostante i medici le avessero rassicurato che si trattava solo di un “riflesso”. Poco dopo, però, è emerso che TJ non era realmente morto: si era risvegliato, e l’operazione di espianto degli organi è stata immediatamente sospesa.
Lo scorso gennaio, la famiglia di TJ è stata contattata dal Kentucky Organ Donor Affiliates (Koda), dopo che una dipendente dell’ospedale aveva segnalato il caso, facendo partire una verifica sull’operato dei medici. Koda ha ribadito che non vengono mai espiantati organi da pazienti ancora vivi e che nessuno viene mai forzato a donare.
Il caso è attualmente sotto indagine da parte del procuratore generale del Kentucky e di un’agenzia federale per accertare se tutte le procedure mediche siano state seguite correttamente o se ci siano state violazioni legali nel processo.
L’ospedale Baptist Health di Richmond ha dichiarato che la salute dei pazienti è sempre la priorità assoluta e che l’istituzione collabora strettamente con le famiglie per garantire che i desideri dei pazienti riguardo alla donazione degli organi vengano rispettati.
Questo episodio, oltre a essere profondamente drammatico, ha aperto un dibattito sulla sicurezza e la trasparenza delle procedure mediche legate alla dichiarazione di morte e alla donazione di organi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA