Caso Malika, allevatore dona i 2500 euro pagati per il cane all’Arcigay Bologna
#Italia "Spero che il mio gesto sia d'esempio affinché gli italiani ritrovino la fiducia nei confronti di tutti coloro che facendo beneficenza combattono l'omofobia e ogni forma di discriminazione", dice il titolare dell'allevamento toscano dove Malika ha acquistato un french bulldog
La storia di Malika Chalhy, la 22enne cacciata di casa per aver confessato alla madre di essere lesbica, continua a far discutere. La ragazza coi soldi della raccolta fondi organizzata a suo nome per aiutarla a ricostruirsi una vita avrebbe, a detta di moltissimi, esagerato con gli acquisti. Per ora è risaputo di una Mercedes e di un french bullbog da 2500 euro.
E proprio riguardo il cane, il titolare dell’allevamento fiorentino dove Malika lo ha acquistato ha deciso di donare il denaro della vendita all’Arcigay di Bologna. “Mio malgrado, mi sono ritrovato coinvolto in questa storia a dir poco torbida, in quanto circa un mese fa Malika si è rivolta al nostro allevamento per acquistare un cucciolo di French bulldog. Io non la conoscevo; passo tutto il mio tempo con i miei cani e quando arriva la sera non ho le forze per accendere la tv. Quindi, non sapevo chi fosse. Soltanto dopo due settimane, sono venuto a conoscenza di tutta la storia, di quello che aveva subito e della raccolta fondi. Ero rimasto un attimino perplesso, mi sono fatto due domande. Avevamo avuto anche più di una discussione per quanto riguarda la gestione del cucciolo che le avevamo affidato, perché a mio avviso era gestito in maniera molto discutibile”, spiega il venditore nella story sul suo profilo Instagram.
“I 2.500 euro che mi sono stati dati sono comunque frutto del mio lavoro – perché allevare French bulldog è cosa molto complicata e costosa -, sudati e guadagni faticosamente. Detto questo, però, sono rimasto molto colpito dalla vicenda, perché comunque tanti italiani hanno fatto beneficenza per abbattere le discriminazioni e questi soldi sono stati gestiti in maniera a dir poco singolare. Quindi ho deciso di fare una donazione pari al costo del cane stesso all’Arcigay di Bologna, ragazzi che si adoperano tantissimo nelle scuole contro il bullismo, l’omofobia, contro tutte le discriminazioni. Fanno un bellissimo lavoro, dunque mi è sembrato un bel gesto dare il denaro a loro. Spero che la mia donazione sia un messaggio, un esempio per gli altri imprenditori che come me si sono trovati ad avere a che fare con la signorina Malika. Non so, ristoratori, proprietari di hotel a 5 stelle, boutique di lusso che hanno incassato dei soldi – inconsapevolmente – che venivano da una raccolta fondi per beneficenza e quindi dovevano essere utilizzati affinché Malika potesse ricostruirsi una vita, pagare le spese legali e per combattere l’omofobia”.
“Spero che il mio gesto sia d’esempio affinché gli italiani ritrovino la fiducia nei confronti di tutti coloro che facendo beneficenza combattono l’omofobia e ogni forma di discriminazione”, dice.
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