La polemica del Movimento Animalista sardo: “Solo 4 comuni hanno vietato i botti di fine anno”

Trascorrere una buona parte della propria esistenza in una nazione così lontana comporta sicuramente degli shock culturali. Sicuramente è impossibile non notare le dimensioni ridotte delle abitazioni, il water e il bagno separati, le scarpe all’ingresso. L’insieme di tutte queste cose è il biglietto da visita delle famiglie giapponesi.
E poi ci sono i ritmi frenetici: sveglia, colazione, treno, scuola, club, treno, cena, tv e letto. «Le prime volte in treno non erano facili: non avendolo mai preso in Italia e dovendo seguire istruzioni in una lingua straniera le prime volte mi sono trovato in difficoltà ma dopo la prima settimana è diventata quasi un’azione meccanica. Anche il tragitto si è fatto meno pesante, nonostante sia un’ora e mezza, quattro cambi e senza possibilità di sedersi» racconta Emanuele che si sofferma sulla scuola.
«Tutto il programma scolastico – sottolinea – è organizzato dall’inizio dell’anno: feste, cambi di orario, supplenze, esami. Per quanto i compiti a casa siano regolari e si chieda uno studio costante, si può praticamente rimandare tutto lo sforzo alle 5 settimane di esami continui distribuite durante l’anno senza praticamente nessuna conseguenza sull’andamento scolastico».
Le amicizie sono molto più facili da instaurare e i giapponesi sono sempre contenti di stringere relazioni con gli stranieri, ma meno “profonde” e attive, soprattutto a causa della barriera linguistica
Alla stessa maniera i rapporti sociali sono molto più formali nei confronti di estranei, in situazioni ufficiali e rapporti di lavoro, ma quasi uguali fra conoscenti. Emanuele a Nara e ospite di una famiglia composta da padre , madre e figlia che però vive e lavora a Tokyo. Con loro è stato semplice sentirsi in tutto e per tutto parte del nucleo familiare.
«Mi sento un membro della famiglia, posso chiamarli padre e madre senza imbarazzo». Emanuele è partito alla volta dell’estremo Oriente ad agosto, tornerà a casa il prossimo luglio. Nostalgia? «Un poco, ma sono contentissimo di questa avventura e tornando indietro lo rifarei».