Sono quattro, sono tutte donne e, insieme, gestiscono il mini rifugio di Macomer, Facedog. Segni particolari: ironia, colore e un seguito di fan da far impallidire una rockstar. Il loro segreto è proprio questo: condivisione (da qui il nome del rifugio, che si rifà al social network per antonomasia Facebook) e risate. Le “girls” nostrane infatti, dotate di un umorismo non da tutti, riescono a trasformare la quotidianità al rifugio in divertentissimi siparietti e scenette dove i protagonisti assoluti sono gli ospiti pelosi: Pippi la nonnina “paranormal”, WiFi la cagnetta dalle orecchie paraboliche giganti, Spillo il custode innamorato di Pandina, Rimmel, Blush e tanti altri.
Riuscire a vedere il bicchiere sempre pieno: una dote che le ragazze di Facedog possiedono e ne fanno tesoro ed è proprio questo che ha fatto appassionare alle loro storie migliaia di fan in tutta Italia. La loro scelta espressiva atipica racchiude un intento non da poco e molto importante: cambiare le modalità comunicative legate al mondo del volontariato animale di solito fatto di appelli strappalacrime, foto alle volte imbarazzanti e troppo serioso e incattivito.
Ed ora è arrivato il loro turno: dopo gli articoli dedicati alle altre realtà del volontariato sardo (La Casa di Bingo, Amico Mio, Bau Club) ecco il mondo a pois e a tinte accese (ma questa è ovviamente solo la punta dell’iceberg) di Facedog Macomer.
Come si chiama il rifugio e dove si trova?
Ci chiamiamo Facedog Macomer Onlus e ci troviamo Macomer (NU)
Da quanti anni esiste?
Dal 2013
Qual’è il tuo ruolo al rifugio?
Volontaria
Quanti cani sono presenti al rifugio?
Al momento ospitiamo 7 inquilini
Qual è la spesa giornaliera base stimata per ognuno di loro e in cosa consiste (cibo, sterilizzazioni etc)?
Le spese giornaliere comprendono l’acquisto delle crocchette (o di altro cibo specifico a seconda dell’inquilino che ospitiamo), medicinali (i più ricorrenti sverminanti e antiparassitari) e detersivi. Ma molto spesso però ci vengono donati dai nostri sostenitori ed è quindi difficile quantificare la spesa giornaliera
I cani che recuperate dalla strada o da situazioni di disagio ogni anno quanti sono?
Intorno ai 30/40 cani l’anno
Ci sono molti cani anziani e/o malati?
Al momento no. La più anziana che abbiamo ospitato e che ora è in famiglia, è stata PIPPI, centenaria paranormal. Con lei abbiamo apprezzato ancora di più l’esperienza “senior”, anche se durante la sua permanenza non si è fatta mancare ogni genere di patologia. Siamo quindi invecchiate di dieci anni anche noi, per le preoccupazioni (ora sta bene eh!)
Le medicine più care che vi servono di frequente quali sono e per curare quali patologie?
Le medicine che utilizziamo più frequentemente sono gli antibiotici, gli antiparassitari e gli sverminanti.
Vi arriva qualche supporto economico pubblico?
Solo il 5xMille
Come fate a trovare il denaro necessario per accudire i cani?
Apriamo di volta in volta delle raccolte fondi sulla nostra pagina Facebook che chiudiamo non appena raggiunto l’importo e a cui segue pubblicazione della relativa fattura. Finora ci è andata bene, non abbiamo debiti in giro. E per questo ringraziamo tutte le persone che rinunciano ad un aperitivo e ad una pizza e lo destinano ai nostri inquilini
I veterinari cui vi rivolgete vi aiutano sia umanamente che economicamente?
Attraverso questa domanda sfatiamo una leggenda metropolitana. I volontari pagano i veterinari. (Riprendetevi dallo shock e memorizzate l’informazione sorprendente). E aggiungiamo giustamente. Il nostro veterinario cura egregiamente i cani che noi decidiamo di ospitare e questa nostra scelta non può implicare che lui debba lavorare gratuitamente perchè noi siamo volontarie. La volontarietà è nostra, la sua è professionalità. In molti pensano “e va bè ma voi portate cosi tanti cani…”. Si è vero, ma per tutti quei cani chiamiamo i veterinari a tutte le ore del giorno, anche nei giorni feriali, molti di quei cani vengono trattenuti in ambulatorio più del necessario per evitarci di fare avanti e indietro, ed alcuni di loro che non è possibile trasportare, vengono visitati “a domicilio” nel condominio. Pandina che mal sopporta macchina e spazi chiusi è un esempio.
Il tempo che passate al rifugio ogni giorno
Facciamo prima a scrivere quanto tempo ci rimane per noi stesse…..
Qual’è la tua giornata tipo al rifugio?
Noi siamo un rifugio atipico. Non ospitiamo mai un grande numero d’inquilini. È stata una scelta obbligata (non avendo un terreno di nostra proprietà nel caso dovessimo “sbaraccare” con troppi cani sarebbe molto difficile sistemarci nell’immediato), ma anche una scelta di gestione nell’interesse dei cani. I cani hanno bisogno di molto più che una ciotola ed un box pulito ogni giorno. Hanno necessità di giocare, socializzare e spesso superare problemi comportamentali che la vita in strada o l’abbandono gli hanno lasciato. Perciò la nostra giornata varia a seconda delle problematiche e delle caratteristiche di chi ospitiamo. Con i cuccioli ad esempio cerchiamo di uscire spesso fuori dal condominio. Se appena li troviamo diamo loro la certezza di un posto sicuro, appena crescono dobbiamo invece aiutarli ad affrontare con serenità il mondo esterno.
È un lavoro impegnativo? Da quali punti di vista?
Dipende da quanto vuoi mettere in gioco te stessa e dal livello di aiuto che vuoi offrire ai cani. Noi abbiamo “scelto” il livello più invasivo. Significa che ogni giorno dopo il lavoro, devi necessariamente organizzarti per andare al rifugio. Significa che anche le domeniche di agosto o il giorno di Natale devi occuparti degli inquilini. Significa che quando rientri dal rifugio hai da gestire la parte “amministrativa”, le richieste d’adozione, la documentazione dei cani in partenza, la ricerca di staffette e via dicendo. È qui testi la tua reale motivazione. Molti mollano. Amano i cani, ma ancora di più se stessi. Ti dicono: “Non riesco. Tra lavoro, famiglia, non riesco a combinare”. Anche noi lavoriamo, abbiamo fidanzati/mariti, passioni, appuntamenti dal parrucchiere. E 24 ore al giorno per fare tutto, come tutti. È vero, spesso rinunciamo a qualcosa, ma ai cani cerchiamo di non far mancare nulla. La volontà è una discriminante. Se vuoi, puoi. Il resto sono scuse, tutto qui.
Un messaggio che vorresti lanciare alle istituzioni: cosa fanno che non va bene e cosa dovrebbero fare per aiutarvi?
Dovrebbero fare semplicemente il loro lavoro. E se ciò avvenisse il randagismo si ridurrebbe drasticamente. Semplicemente questo. C’è una legge regionale che ha previsto un meccanismo perfetto riguardo gli animali di affezione e prevenzione al randagismo (legge n. 281 del 14/8/1991). Ma la realtà è che tu, volontaria o cittadina privata che ritrovi un cane vagante, ti scontri con sindaci, assessori all’ambiente, vigili urbani o veterinari Asl che non sanno quello che devono fare e non conoscono la legge. Nel tempo abbiamo raccolto tantissime segnalazioni di privati che pur segnalando un cane sono stati lasciati ad aspettare le autorità e nessuno è arrivato o hanno ricevuto risposte dalle autorità completamente fuori legge. Per i sindaci ci sono problemi più gravi. Per i vigili spesso non è loro competenza intervenire. I veterinari Asl arrivano (quando arrivano) e se c’è un cane ferito non hanno neppure gli strumenti necessari per intervenire. Tutto questo ha portato ad un numero imbarazzante di cani in strada e di cani nei canili. Perché anche il privato che fa ciò che prevede la legge e cioè segnalare un cane randagio, viene completamente ignorato o travolto dall’incapacità delle autorità. Nessuna campagna di sterilizzazione, nessun controllo sulla microchippatura o mancata custodia dei cani privati, nessuna promozione delle adozioni dei cani presenti nei canili convenzionati o di proprietà dei comuni. C’è una tale assenza di applicazione della legge che neppure un corposo esercito di volontari potrebbe tamponare. Al momento le istituzioni non devono aiutare i volontari ma semplicemente sfogliare quella legge e applicarla.
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