A volte si limitano a manciate di sabbia finissima bianca, in altri casi si tratta di veri e propri rastrellamenti di materiale, ma in entrambi i casi la conseguenza è la stessa: una violazione di legge che costa cara. per la precisione dell’articolo 1162 del codice della navigazione, che punisce questa “moda” con la sanzione amministrativa da 1.549 euro a euro 9.296 euro. A sollevare il caso per sensibilizzare le istituzioni e le autorità proposte al controllo, ma anche i cittadini, è il consigliere regionale del Pd, Cesare Moriconi, che ha presentato un’interrogazione all’assessore dell’Ambiente per segnalare la ripresa del fenomeno di sottrazione della sabbia, già denunciato dallo stesso Moriconi nella passata stagione estiva.

Una segnalazione che nel 2016 fece scattare una serie di controlli negli aeroporti dell’isola. Dopo i numerosi ritrovamenti e l’indignazione generale, quest’anno si ricomincia. «Ci sono già diverse segnalazioni – spiega Moriconi – da parte di chi effettua i controlli di sicurezza negli aeroporti». Sulla pagina Facebook “Sardegna rubata e depredata”, datato 4 maggio 2017, è stato da poco messo online un video che mostra numerose scatole piene di sabbia e sassi: “Dopo un lungo ponte di festività abbiamo già un consistente bottino di merce requisita…attendiamo una presa di posizione ufficiale da parte dell’assessorato alla difesa dell’ambiente e degli organi di vigilanza”, è il commento sul post.

E proprio con l’interrogazione Moriconi chiede di verificare l’autenticità dei fatti che denunciano la ripresa del fenomeno e se anche per la stagione estiva appena iniziata siano state predisposte azioni di contrasto. Inoltre l’esponente del Pd sottolinea l’urgenza che vengano attivate, se ancora non lo sono, le linee di intervento per l’educazione ambientale rivolta ai turisti e ai residenti.

La Guardia di Finanza di Arbatax, guidata dal tenente Emidio Agrello, ha denunciato tre responsabili per il reato di bancarotta ed eseguito un sequestro preventivo di beni mobili ed immobili. Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Lanusei, Dr. Biagio Mazzeo, hanno accertato il fallimento di due aziende di Tortolì, una ditta individuale e una società, entrambe riconducibili ad un unico imprenditore. 

Le indagini hanno consentito di far emergere consistenti distrazioni patrimoniali, sia attraverso la cessione di rami di azienda e sia tramite la simulazione di atti di vendita di beni immobili.

All’esito delle indagini delle Fiamme Gialle, il Procuratore della Repubblica di Lanusei ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari di Lanusei, Dott. Francesco Alterio, l’emissione di un decreto di sequestro preventivo per i beni mobili ed immobili oggetto di distrazione.