Il Fascino del Natale di Roma: tradizioni e celebrazioni.

Il 21 aprile di ogni anno, la Città Eterna festeggia il suo Natale, commemorando la leggendaria fondazione ad opera di Romolo nell’antico 753 a.C. Quest’anno, Roma ha raggiunto l’incredibile traguardo di 2777 anni di storia e cultura.

L’evento più atteso è senza dubbio quello che avviene al Pantheon, un momento magico che si ripete puntualmente. A mezzogiorno, un fascio di luce entra attraverso l’oculo della cupola, illuminando l’ingresso con precisione millimetrica. Questo fenomeno affascina da secoli sia i romani che i visitatori, tanto che gli imperatori romani aspettavano appositamente questo giorno per entrare nel Pantheon sotto il raggio di luce, credendo che fosse una benedizione divina da parte di Apollo, il dio del Sole.

Questo effetto luminoso, ancora oggi, continua a stupire e a incantare, e fu ideato da Agrippa, il genero di Augusto, durante la costruzione del Pantheon nel 27 d.C.

Il Natale di Roma, una festa laica, commemora la fondazione della città secondo la narrazione degli storici latini Livio e Varrone. Originariamente conosciuta come Palilia, in onore dell’entità divina Pale, la festività ha assunto il nome attuale nel corso dei secoli.

Molti esponenti politici hanno voluto augurare alla Città Eterna un felice compleanno, tra cui il sindaco Roberto Gualtieri e la premier Giorgia Meloni. Gualtieri ha sottolineato l’importanza del mito fondativo di Roma, che enfatizza il valore dell’accoglienza e dell’integrazione, valori che Roma continua a incarnare oggi. Anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha celebrato l’anniversario, raccontando dell’affascinante raggio di sole che illumina l’ingresso del Pantheon.

In questo giorno speciale, Roma continua a dimostrare la sua resilienza, la sua bellezza e la sua eterna grandezza, ispirando il mondo intero con la sua straordinaria storia e eredità culturale. Buon Natale di Roma a tutti.

Piramide Cestia: tra splendore e degrado.

La Piramide Cestia, antico monumento dalle due facce, presenta un contrasto sorprendente. Mentre la sua facciata è stata recentemente restaurata, il prato circostante è diventato una discarica a cielo aperto, vittima dell’inciviltà di alcuni e dell’abbandono generale.

Come riporta un articolo di Leggo, turisti, intenti a immortalare la maestosità del monumento, si trovano invece di fronte a una scena sconcertante. Affacciandosi dalla ringhiera che delimita l’area, si trovano di fronte a una marea di rifiuti sparsi sull’erba. Questo contrasto rappresenta il “doppio volto” della Piramide Cestia, situata a pochi passi da Porta San Paolo.

Da un lato, la grandiosità del monumento restaurato nel 2015 grazie alla generosa donazione del mecenate giapponese Yuzo Yagi. Dall’altro, le piccole discariche selvagge che si sono formate ai suoi piedi, segno tangibile di un dilagante senso di inciviltà.

Sotto il sito archeologico, che si affaccia su Piazzale Ostiense, si trovano oggetti di ogni genere: indumenti, giocattoli, ombrelli, cartoni della pizza e persino una vecchia valigia. Accanto a questa mescolanza di oggetti, bottiglie, lattine e pezzi di plastica si confondono con la vegetazione che cerca di crescere anche tra le fessure del marmo.

La situazione è resa ancor più triste dalla presenza di cartelli informativi illeggibili a causa di scritte vandaliche. La Soprintendenza Speciale di Roma ha annunciato interventi ordinari di manutenzione e pulizia, ma anche soluzioni straordinarie per affrontare e controllare il degrado nell’area.

L’obiettivo è intensificare le azioni di pulizia e manutenzione, sia attraverso interventi ordinari che straordinari, per preservare la bellezza storica della Piramide Cestia e restituire dignità al suo ambiente circostante.