Roma, la tassa di soggiorno raddoppia: tutti (o quasi) contrari
L'aumento della tassa di soggiorno a Roma sta suscitando un'ondata di disappunto e sdegno tra albergatori, turisti e proprietari di stanze in affitto. Il provvedimento voluto da Roma Capitale ha sollevato una serie di critiche da parte delle associazioni turistiche, che vedono nell'aumento della tassa un freno all'attrattività della città e un danno per il settore turistico, già provato dalla pandemia.
Roma, la tassa di soggiorno raddoppia: tutti (o quasi) contrari.
L’aumento della tassa di soggiorno a Roma sta suscitando un’ondata di disappunto e sdegno tra albergatori, turisti e proprietari di stanze in affitto. Il provvedimento voluto da Roma Capitale ha sollevato una serie di critiche da parte delle associazioni turistiche, che vedono nell’aumento della tassa un freno all’attrattività della città e un danno per il settore turistico, già provato dalla pandemia.
Le nuove tariffe della tassa di soggiorno vedono un incremento significativo, passando da 3,5 euro a 6 euro per pernottare nelle country house e residenze, bed and breakfast, case per ferie, case e appartamenti vacanza di prima categoria, guest house e affittacamere di seconda categoria, nonché negli alloggi destinati alla locazione breve. La percentuale di aumento è addirittura del 100% per le guest house e affittacamere di prima categoria, che vedranno il costo della tassa aumentare da 3,5 a 7 euro. Per gli hotel a due stelle, l’aumento sarà del 67%, passando da 3 a 5 euro al giorno, mentre gli alberghi di lusso, quelli con cinque stelle e più, dovranno far fronte a un incremento del 43%, passando dagli attuali 7 euro ai futuri 10 euro al giorno. Le strutture a una stella subiranno un aumento del 33%, passando da 3 a 4 euro al giorno, mentre gli hotel a quattro stelle vedranno una tariffa di 7,5 euro al giorno invece dei precedenti 6 euro, con un aumento del 25%. Per gli ostelli, rifugi montani, escursionistici e case del camminatore, invece, il costo rimarrà invariato a 3,5 euro al giorno.
Il Comitato Albergatori Romani, che comprende oltre 150 strutture alberghiere ed extra-alberghiere, ha definito il provvedimento “ingiustificato, inaccettabile e non praticabile”. L’aumento della tassa di soggiorno rappresenta un ulteriore peso sulle spalle degli operatori turistici, che hanno già affrontato una lunga e faticosa pandemia senza ricevere sufficienti aiuti dalle istituzioni. Inoltre, il Comitato sottolinea che Roma ha già una delle tasse di soggiorno più elevate tra le città europee, senza però offrire servizi adeguati e un’immagine di decoro e pulizia necessari per accogliere al meglio i turisti.
Gli albergatori criticano il degrado e il disagio quotidiano presenti in molti punti della città, come l’amplissima presenza di rifiuti e lo stato di abbandono di alcune aree, comprese zone storiche e di grande interesse turistico. Si lamentano dell’insicurezza dovuta alla presenza di senza fissa dimora e borseggiatori, che creano un clima poco accogliente per i visitatori. La mancanza di investimenti nella manutenzione e cura del verde pubblico è un altro aspetto denunciato dagli albergatori, che vedono alberi malati e assenza di ombra e frescura nelle zone cittadine.
Federalberghi Roma si unisce alle proteste e ritiene l’aumento della tassa di soggiorno un provvedimento insensato e controproducente. Con il turismo romano finalmente in ripresa dopo la pandemia, l’aumento della tassa rappresenta un ostacolo alla crescita del settore e alla competitività della città sul mercato nazionale e internazionale. Gli albergatori sottolineano come i turisti portino ricchezza e contribuiscano all’aumento degli introiti, contribuendo anche al sostentamento dei cittadini attraverso le tasse pagate dagli imprenditori del settore. Questo aumento rischia di vanificare gli sforzi profusi per far tornare Roma ad essere una meta turistica di eccellenza.
Inoltre, gli albergatori auspicano un intervento concreto e responsabile per combattere il sommerso nell’ospitalità e l’evasione del contributo di soggiorno, una pratica che ha un valore di circa 100 milioni di euro e che se recuperata potrebbe alleviare una parte del peso della tassazione comunale sulla cittadinanza.
La protesta degli albergatori di Roma è una richiesta di buon senso e di giustizia, sostenendo l’importanza del settore turistico per la città e chiedendo un dialogo più costruttivo tra le istituzioni e gli operatori del turismo. In un momento in cui Roma sta cercando di rilanciarsi come meta di eccellenza turistica, questa misura rischia di compromettere gli sforzi compiuti fino ad ora e di causare un improvviso calo del turismo proprio in un periodo di ripresa.
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