Un nuovo stadio a Roma verrà realizzato a Pietralata. Le opinioni dal quartiere e borgata

Il nuovo stadio della Roma calcio verrà costruito, a Pietralata, una delle 12 "borgate ufficiali" romane che ispirarono Pasolini, Elsa Morante e Moravia. Opinioni contrastanti dalla zona che nel tempo ha subito numerosi cambiamenti.
Una nota congiunta di Roma Capitale e AS Roma Spa ha reso noto che il nuovo stadio della Roma calcio verrà costruito a Pietralata, una delle 12 “borgate ufficiali” romane. Si tratta di un quartiere vicino via Tiburtina, un tempo latifondo della campagna romana ed il cui nome deriva da quello di una famiglia che la prese in possesso durante il Medioevo. Abbiamo quindi approfondito la storia di questa borgata raccontata da Pasolini, Elsa Morante e Moravia.
Nel comunicato stampa pubblicato dal comune di Roma si legge: “In seguito a numerose riunioni congiunte tra l’amministrazione capitolina ed i tecnici di AS Roma Spa che si svolte per diversi mesi, Roma Capitale accoglie l’intenzione di presentare presto al Campidoglio, da parte della società calcistica, lo studio di fattibilità per la realizzazione di uno stadio su un’area comunale nella zona di Pietralata.
L’iniziale esame urbanistico svolto sull’area individuata da AS Roma non ha infatti messo in evidenza elementi ostativi alla presentazione del suddetto progetto che dovrà essere attentamente valutato da Roma Capitale secondo l’iter amministrativo disciplinato dalla cosiddetta legge stadi (art. 1, comma 304, L. 147/2013). AS Roma esprime grande soddisfazione per il clima di collaborazione che ha caratterizzato gli incontri con gli uffici comunali. Roma Capitale e AS Roma condividono che il nuovo stadio dovrà rappresentare un volano per la riqualificazione sostenibile e senza aggravi urbanistici del quartiere Pietralata e, più in generale, per lo sviluppo della Capitale”.
Abbiamo chiesto cosa ne pensasse a proposito Patrizio, uno degli abitanti della zona.
“Ora sorgerà uno stadio e nonostante i dubbi che accompagnano sempre le novità bisogna riconoscere che si è fatto un bel salto in avanti rispetto a quando durante il periodo fascista qui c’erano case soprannominate da ‘sette lire’, perché erano di pessima qualità, senza di bagni, cucine, corrente elettrica, acqua. Erano state costruite per ospitare gli sfrattati degli sventramenti edili effettuati da Mussolini al centro di Roma.
Il quartiere ha subito tanti cambiamenti nel corso del tempo, prima c’erano i lotti, si facevano le lotte per la casa, la zona costruita sotto il livello del fiume spesso si allagava con gli straripamenti dell’Aniene. Ora è un posto dove è piacevole vivere, c’è la riserva naturale Valle dell’Aniene, grande circa 650 ettari, ci sono chiese, siti archeologici e il Forte. Non mancano i collegamenti col centro della città, qui vi passa la metro B, e con l’aeroporto”.
Non mancano anche le perplessità di Valerio:
“Questa decisione potrebbe rivelarsi un disastro per l’intera area. Pietralata non sarà riqualificata, semmai avremo un surplus di traffico, inquinamento e caos”.
Diversa la posizione di Beatrice:

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Lo sapevate? Chi fu il primo a Roma a utilizzare l’espressione “Nun c’è trippa pe gatti”?

"Nun c'è trippa pe gatti” è una frase tipica della parlata romanesca che si è talmente diffusa da averla sicuramente sentita anche in altre parti d’Italia. Viene utilizzata quando, in generale, in qualsiasi situazione, non c'è più niente da fare, quando non ce n'è per nessuno. A Roma e nel Mondo fu utilizzata per la prima volta da una persona particolare. Scoprite chi era.
Lo sapevate? Chi fu il primo a Roma a utilizzare l’espressione “Nun c’è trippa pe gatti”?
“Nun c’è trippa pe gatti” è una frase tipica della parlata romanesca che si è talmente diffusa da averla sicuramente sentita anche in altre parti d’Italia. Viene utilizzata quando, in generale, in qualsiasi situazione, non c’è più niente da fare, quando non ce n’è per nessuno. A Roma e nel Mondo fu utilizzata per la prima volta da una persona particolare. Scoprite chi era.
Il dialetto romanesco è ricco di esclamazioni, di forme idiomatiche e modi di dire. Succede per molte regioni e città d’Italia ma la parlata romana e i modi di dire romani hanno indubbiamente una originalità tutta loro. Ma veniamo alla nostra frase e perché è così famosa.
L’espressione “Nun c’è trippa pe gatti” viene utilizzata quando, in generale, in qualsiasi situazione, non c’è più niente da fare, quando non ce n’è per nessuno, spesso i romani usano dire che “Nun c’è trippa pe gatti”. Ma chi fu il primo a utilizzarla, tanto da fare scuola?
Questa espressione è attribuita a colui che fu Sindaco del Comune di Roma dal 1907 al 1913: Ernesto Nathan. Il primo cittadino romano di quel periodo rimase famoso soprattutto per i tagli finanziari del bilancio pubblico.
Durante il controllo del piano finanziario del Comune di Roma, Ernesto Nathan notò una spesa chiamata “frattaglie (trippa) per gatti”. Gli fu spiegato che il municipio pagava il cibo per nutrire i gatti che vivevano in città nelle colonie feline.
Tutte le amministrazioni si erano sempre fatte carico di questa spesa, perché mantenere in vita i gatti aveva una funzione ben precisa nel Comune di Roma: i gatti infatti davano la caccia ai topi, pericolosissimi perché divoravano e i documenti cartacei degli archivi. Il compito di dar da mangiare ai gatti era talmente importante da prevedere una figura apposita, il cosiddetto “carnacciaro”.
Ma la cosa non piacque a Ernesto Nathan, che decise di annullare la spesa. Il Sindaco dichiarò che da quel momento i felini avrebbero dovuto nutrirsi con le proprie forze e pronunciò la frase “non c’è trippa per gatti”.
Era il lontanissimo 1907, ma il bilancio del Comune di Roma era già allora in rosso.
Alla Giunta Nathan si devono fra l’altro il primo piano regolatore della città, datato 1909, e l’inaugurazione del Vittoriano, il Palazzo di Giustizia, subito ribattezzato «Il Palazzaccio», della Passeggiata archeologica (oltre 40 mila metri quadrati di verde pubblico tra l’Aventino e il Celio) e dello stadio Nazionale, oggi Flaminio. Oltre a qualcosa come 150 scuole materne.

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