Lo sapevate? Nel cuore di Roma c’è una villa affrescata da Raffaello
Lo sapevate? Nel cuore di Roma c’è una villa affrescata da Raffaello. Villa Farnesina a Roma venne edificata nel Cinquecento per volere di Agostino Chigi che commissionò ad alcuni degli artisti più in voga del periodo, tra i quali Raffaello,
Lo sapevate? Nel cuore di Roma c’è una villa affrescata da Raffaello.
Villa Farnesina a Roma venne edificata nel Cinquecento per volere di Agostino Chigi che commissionò ad alcuni degli artisti più in voga del periodo, tra i quali Raffaello, gli affreschi che ancora oggi rendono unica la Villa.
La villa Farnesina (o villa della Farnesina) è un edificio storico di Roma che oggi è sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Si trova in via della Lungara, nel rione Trastevere, ed è uno degli edifici rappresentativi dell’architettura rinascimentale del primo Cinquecento. Progettata da Baldassarre Peruzzi. A partire dal 1511 la residenza fu affrescata da Sebastiano del Piombo, Raffaello Sanzio e la sua scuola (compreso Giulio Romano) e Il Sodoma.
Fu costruita dal 1506 al 1512 dal giovane Peruzzi per il ricchissimo banchiere senese Agostino Chigi, grande mecenate e personaggio di spicco nella Roma di inizio Cinquecento. La Farnesina, che all’epoca era detta semplicemente villa Chigi, fu la prima villa nobiliare suburbana di Roma.
Nel 1884 l’apertura del Lungotevere comportò la distruzione di una parte dei giardini e della loggia sul fiume, che forse era stata disegnata da Raffaello.
Dal 1927 appartiene allo Stato italiano, che l’ha fatta restaurare per destinarla all’Accademia d’Italia.
L’edificio, su due piani, ha una innovativa pianta a ferro di cavallo, che si apre verso il giardino.
L’aspetto originario della villa presentava anche all’esterno ampie superfici affrescate, anche se rimangono oggi solo piccole tracce non leggibili.
La villa era completata con un padiglione separato il cui progetto è attribuito a Raffaello.
Negli spazi interni sono rappresentati cicli di affreschi con caratteri innovativi e secondo un programma iconografico interamente improntato alla classicità.
Nella loggia è dipinto il ciclo con le Storie di Amore e Psiche, tratte da Apuleio, opera di Raffaello e dei suoi allievi (Raffaellino del Colle, Giovan Francesco Penni, Giulio Romano), in cui le scene sono inserite in un intreccio di festoni vegetali, opera dell’altro allievo Giovanni da Udine (1517, ripassate da Carlo Maratta nel 1693-1694).
Al centro del complesso sistema figurativo spiccano le grandi rappresentazioni del Concilio degli dei e del Convito nuziale, tra finti arazzi tesi tra festoni. Nei peducci si trovano i vari episodi delle Storie di Amore e Psiche. Nelle vele sopra le lunette putti con gli attributi delle varie divinità.
Una delle sale vicina alla loggia è la Sala di Galatea. La sala deve il nome all’affresco di Raffaello con il Trionfo di Galatea, che rappresenta la ninfa su un cocchio tirato da delfini, tra un festoso seguito di creature marine.
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