Edilizia, in Sardegna il settore stenta a ripartire
In Sardegna il settore stenta a ripartire: giù imprese e occupati ma cresce il valore aggiunto. Giacomo Meloni, Presidente Confartigianato Edilizia Sardegna: “Legge Urbanistica, Piano Casa e recupero defiscalizzato dei centri urbani: ecco le nostre proposte”. Le tabelle provinciali con dati delle imprese, dell’occupazione
In Sardegna il settore stenta a ripartire: giù imprese e occupati ma cresce il valore aggiunto. Giacomo Meloni, Presidente Confartigianato Edilizia Sardegna: “Legge Urbanistica, Piano Casa e recupero defiscalizzato dei centri urbani: ecco le nostre proposte”. Le tabelle provinciali con dati delle imprese, dell’occupazione e del valore aggiunto.
Il barometro dell’edilizia in Sardegna segna ancora “bassa pressione”. Tra il 2014 e 2015, le imprese sono calate del 3,2% (-461 unità) e gli addetti del 15,6% (-7mila occupati) mentre è cresciuto il valore aggiunto del comparto tra il 2013 e 2014: +8,2% per un controvalore di +137milioni di euro. Sono questi i dati sulla Sardegna del Dossier “Trend delle Costruzioni”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, su fonte Unioncamere e Istat, che ha analizzato la situazione
dell’edilizia sarda dal 2008 alla fine del 2015.
“Il settore non riparte perché la domanda, del privato e del pubblico, è insufficiente – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – la disponibilità economica di famiglie e attività produttive non consente investimenti mentre gli enti pubblici non riescono a garantire adeguati bandi d’appalto per sostenere una ripresa concreta, per non parlare delle difficoltà che sta creando il nuovo Codice degli Appalti”. “A ciò bisogna aggiungere la tassazione, di imprese e immobili, sempre troppo elevata – continua Meloni – e la concorrenza sleale del sommerso, data dalle imprese che hanno chiuso e che si sono riproposte in un “mondo parallelo, sempre più incontrollabile”.
Confartigianato Edilizia Sardegna ricorda come il settore si regga ancora sui bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico, e sul “Piano Casa”, le uniche soluzioni concrete che, in questi anni di crisi devastante, hanno permesso a molte imprese di rimanere in vita, anche se la sola incentivazione del privato non basta più: serve la domanda pubblica.
“Il tanto denigrato, bistrattato e accusato “Piano Casa”, quello vecchio e quello in scadenza alla fine dell’anno – prosegue il Presidente degli edili di Confartigianato – per migliaia di imprese, e per i loro dipendenti, rappresenta tuttora un’ancora di salvezza: che nessuno ce lo tocchi, almeno finché non verrà approvata la Legge Urbanistica che, dovrebbe, “stabilizzare”, interventi di questo tipo ed il testo unico dell’edilizia. Abbiamo paura che si possa ripetere la stessa situazione di 2 anni fa dove per parecchi mesi, cittadini e imprese rimasero senza normativa di riferimento e sospesi tra leggi diverse”.
E proprio sulla nuova Legge Urbanistica, Confartigianato Edilizia Sardegna lancia un messaggio all’Assessore: “Di questo argomento, fondamentale per il prossimo sviluppo del settore, non sappiamo ancora nulla tranne che, come riportato sui giornali, alcuni hanno potuto già visionare il testo e fare delle osservazioni – sottolinea Meloni – per questo, nell’ottica della consueta collaborazione con l’Assessorato all’Urbanistica, anche la nostra Associazione è interessata a leggere la bozza per ragionare insieme di proposte ed eventuali miglioramenti”.
Gli edili artigiani, in ogni caso, puntano sempre più sulla riqualificazione degli edifici e sul recupero dei centri urbani. “Crediamo fortemente nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato – specifica il Presidente – per ridare dignità ai centri abitati e offrire lavoro alle imprese. A breve formalizzeremo una proposta all’Assessore Erriu e al Presidente Pigliaru per chiedere incentivi, sgravi o defiscalizzazione sia per gli interventi di riqualificazione, sia per le attività artigianali che poi vorranno insediarsi negli edifici recuperati. Sarebbe un’ottima occasione per far rivivere il “cuore” dei nostri centri sempre più in difficoltà e contemporaneamente dare una boccata d’ossigeno all’edilizia”.
Per ultimo Meloni sottolinea, ancora una volta, la gravosità del carico fiscale e burocratico verso le imprese e gli immobili: “Avere una impresa significa sfidare quotidianamente l’ignoto; tra mancati pagamenti, tasse da pagare con regolarità anche se non si lavora, adempimenti sempre più complicati e leggi che si “attorcigliano” l’una con l’altra, fare impresa è veramente una “impresa”. Meloni poi punta il dito sul caso dei lavoratori in distacco internazionale: “I controlli sono insufficienti; in questo modo avviene un fenomeno di dumping tra imprese con lavoratori assunti e operanti in Italia e imprese con lavoratori assunti in un paese prevalentemente dell’est europa e operanti in Italia senza rispettare le norme sul distacco, In questo modo il salario può essere uguale ma la contribuzione e la tassazione sono più basse fino anche a due terzi in alcuni casi”. “In più – conclude – il carico fiscale continua a colpire in maniera devastante la proprietà privata. Sarebbe auspicabile, da parte del Governo una correzione delle politiche fiscali sull’immobiliare che hanno caratterizzato gli anni precedenti”.
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