Migliaia di adulti e bambini hanno affollato ieri sera le piazze dei 23 comuni ogliastrini, al grido di “L’Ogliastra non si tocca”. Il territorio si è mostrato combattivo e compatto come non mai, nella speranza di riuscire a difendere i presidi essenziali della propria provincia, in primis ospedale e tribunale, rispettivamente a rischio di declassamento e chiusura. Grandi e piccini hanno sfilato per le vie dei centri ogliastrini vestiti a lutto, con fiaccole, striscioni e cartelli di protesta.
Da Baunei a Tortolì, da Bari Sardo a Lanusei, il popolo d’Ogliastra si è fatto sentire. Messi al bando malumori e incomprensioni, per le strade dei 23 comuni, contemporaneamente, si sono uniti amministratori, sindacalisti, dirigenti, medici, avvocati e semplici cittadini.
«Senza dubbio la più grande manifestazione di unità di tutta l’Ogliastra da quando ho visto il mondo. Sono senza parole. Eravamo migliaia nelle nostre strade, i comuni hanno partecipato al completo. Non ci faremo portare via la nostra Ogliastra. Che dire? Grazie a tutti noi» commenta soddisfatto l’assessore alla cultura lanuseino Salvatore Acampora, reduce anche dallo sciopero della fame che lo ha visto protagonista insieme al sindaco di Lanusei Davide Ferreli nei giorni scorsi.
Nessuno dei 23 comuni ogliastrini si è tirato indietro: le luci delle fiaccole hanno illuminato la notte dell’intera provincia, come dimostrano le centinaia di scatti postati sui social network, sotto l’egida dell’hashtag #giulemanidallogliastra.
«Oggi, insieme a tutte le comunità dell’Ogliastra, abbiamo acceso una luce nella notte» commentano gli amministratori baunesi, capitanati da Salvatore Corrias «Vogliamo ricordare a noi stessi, e a chi oggi decide il destino del nostro territorio, che non siamo numeri, non siamo costi da eliminare. Siamo cittadini con diritti e doveri. Diritti che oggi vogliamo difendere per il nostro presente e per il futuro delle generazioni che verranno».
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