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Nel cuore dell’Ogliastra, a Tortolì, prendeva forma nel 1910 una delle più curiose e innovative imprese della Sardegna di inizio Novecento. A concepirla fu Peppino Meloni, maestro elementare di professione ma imprenditore per vocazione, che decise di fondare un allevamento di struzzi in una terra che, fino ad allora, con gli uccelli africani aveva ben poco a che fare.
All’epoca, le piume di struzzo erano molto richieste nel mondo della moda. Decoravano cappelli, abiti eleganti e accessori femminili come i boa, conferendo un tocco esotico e lussuoso ai guardaroba dell’alta società europea. Fu proprio questa domanda crescente a ispirare Meloni, che importò i primi esemplari dalla Germania. Gli struzzi si ambientarono rapidamente nel clima ogliastrino e iniziarono a riprodursi con sorprendente facilità.
Ben presto, nella zona di Baccasara, nella piana di Tortolì, venne costruito un allevamento su un terreno di 26 ettari. Lì Meloni arrivò a ospitare fino a 175 esemplari. La produzione di piume fu talmente intensa da permettere l’esportazione non solo in Italia ma anche all’estero, trasformando l’azienda in un piccolo polo di eccellenza.
L’originalità dell’impresa non si fermò all’allevamento. Alcuni struzzi vennero addomesticati e addestrati per essere cavalcati o per trainare sulky e calessi. Fu persino realizzato uno “struzzodromo”, un circuito dedicato alle esibizioni e alle dimostrazioni con questi animali. L’iniziativa attirò l’attenzione delle istituzioni nazionali: il 24 maggio 1921, il re d’Italia Vittorio Emanuele III visitò lo struzzodromo di Tortolì e conferì a Peppino Meloni il titolo di Cavaliere della Croce al Merito della Corona d’Italia.
L’attività, fiorente per oltre due decenni, si arrestò negli anni Trenta con l’avvento della guerra e il declino della domanda di piume. La moda cambiava, e così le priorità economiche del Paese. Tuttavia, l’impresa di Meloni rimase impressa nella memoria collettiva come una delle avventure imprenditoriali più insolite e affascinanti della Sardegna rurale.
A ricordarla è stato anche il fumettista baunese Bepi Vigna, che ha dedicato a questa vicenda un libro e uno spettacolo teatrale dal titolo L’uomo che sognava gli struzzi. L’opera restituisce il ritratto di un uomo capace di trasformare un sogno eccentrico in realtà, simbolo di un’Ogliastra che, anche nei primi decenni del Novecento, sapeva guardare lontano.